Frosinone, lavori sul Viadotto. La Regione sollecita
il Comune: "Ponte Bailey da rimuovere subito"

Frosinone, lavori sul Viadotto. La Regione sollecita il Comune: "Ponte Bailey da rimuovere subito"
di Alessandro Redirossi
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Giovedì 3 Maggio 2018, 19:20
Da “toppa” a ostacolo da rimuovere urgentemente. Lo strano destino del ponte militare Bailey, installato dal Comune per riaprire il traffico sul viadotto Biondi scavalcando la frana. Nonostante i solleciti della Regione al Comune, non è stato ancora smontato. E si rischiano rallentamenti sulla tabella di marcia del cantiere regionale per il ripristino definitivo della strada.
LA STORIA
Dopo il cedimento dell’infrastruttura nel marzo del 2013, l’arteria è rimasta chiusa al traffico per quasi 4 anni, in attesa dei lavori a carico della Regione. Con il cantiere che tardava a partire, il Comune ha deciso di dotare l’area di un ponte provvisorio di tipo Bailey. Un modo per riaprire (a senso unico alternato e con semaforo) il viadotto di collegamento fra la parte alta e quella bassa della città. Nel dicembre 2016, a oltre tre anni e mezzo dalla frana, il Comune ha inaugurato il nuovo ponte Bailey. Fra le opere realizzate anche alcune strutture che torneranno utili per gli interventi regionali definitivi. Operazione, quella del ponte provvisorio, costata alle casse comunali più di 600mila euro. Costi destinati però a crescere in base ai mesi di noleggio della struttura provvisoria: il ponte Bailey costa alle casse comunali circa 48mila euro ogni 6 mesi di affitto. Anche per questo i lavori definitivi della Regione erano attesi come una "manna",per rimuovere il ponte e tagliare i costi.
RIMOZIONE E SOLLECITI
Dopo 4 anni e mezzo di estenuante attesa, a fine settembre scorso è finalmente partito il cantiere regionale. I lavori di consolidamento del versante e di ripristino definitivo del Viadotto Biondi sono stati affidati dalla Regione alla ditta Mario Cipriani srl di Castel Madama (provincia di Roma) per un importo pari a 1,3 milioni di euro. Il fine lavori è previsto per il 21 settembre. In questo arco temporale si dovrebbe realizzare il muro di contenimento sul versante franato e poi riaprire definitivamente la strada al traffico. Ritmi abbastanza serrati in queste settimane, in cui si è consolidata l’area dei lavori con la tecnica dei cordoni in terra armata. Ora il passaggio cruciale è rappresentato dalla rimozione del ponte Bailey, su cui al momento continuano a circolare le auto. Ma, nonostante i ripetuti solleciti della Regione al Comune, il ponte provvisorio è ancora lì. Già a metà febbraio la Regione ha scritto al Comune per chiedere la rimozione del ponte Bailey, delle rampe di raccordo e dei cordoli di appoggio. Al fine di consentire l’avanzamento dei lavori regionali sull’area superiore della frana. Fissando anche una data, il 16 aprile, entro cui liberare la zona. Un mese dopo, a fine marzo, un nuovo sollecito della Regione al Comune. A inizio aprile, in seguito a una riunione, spunta la proposta di una soluzione alternativa rispetto all’immediata rimozione del ponte militare. Di fronte alla stima economica di oltre 300mila euro di costi da parte dell’impresa che sta operando sul cantiere, la proposta alternativa viene però sostanzialmente scartata dalla Pisana. E il 23 aprile scorso la direzione regionale per la difesa del suolo scrive nuovamente al Comune per sottolineare l’urgenza della rimozione del ponte provvisorio.  Questa volta sottolineando che i ritardi nella rimozione del Bailey potrebbero anche causare danni relativi all’esecuzione dei lavori e dilazioni sui tempi di consegna dell’opera definitiva. Aprendo, in quel caso, a una verifica delle eventuali responsabilità. Insomma, un ultimatum. Nonostante i tentativi, non è stato possibile raggiungere telefonicamente il sindaco Ottaviani per dare conto della sua posizione. Dagli uffici tecnici comunali, il dirigente Elio Noce però fa sapere: “Si stanno programmando i lavori. Ci sarà una riunione. Si devono conciliare gli interventi”. In ogni caso, la vita del ponte Bailey sembra destinata a finire dopo un anno e mezzo dalla sua posa e costi per oltre 600mila euro comunali.
 
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