Malati di gioco, la storia di Ivan: «Puntavo su tutto, non dormivo più. Così sono finito nel tunnel delle scommesse»

Malati di gioco, la storia di Ivan: «Puntavo su tutto, non dormivo più. Così sono finito nel tunnel delle scommesse»
di Matteo Ferazzoli
3 Minuti di Lettura
Domenica 21 Marzo 2021, 10:08

Scommettere tutti i soldi che si hanno. Andare oltre, contraendo debiti. Perdere tutto. E smarrire completamente l'anima. Perché la ludopatia è una malattia che divora tutto: mente, affetti, vita sociale, devastati dai tentacoli di una dipendenza infima ed infinita. Tra menzogne, stress, notti insonni, ostaggio di pensieri orrendi. Una sola ossessione: giocare. Su tutto.

«Ho iniziato con il calcio ed il tennis, sport che seguivo. Sono finito a scommettere pure sul ping pong, nonostante non sappia neanche chi siano i giocatori». Questa è la storia di Ivan (nome di fantasia), 28 enne del frusinate. Negli anni, ha perso più o meno 50 mila euro a forza di scommesse.

Il suo viaggio verso gli inferi della ludopatia, inizia da minorenne. Qualche scommessa sul calcio. Con gli amici, tra un caffè e l'altro, pochi euro di puntata. «Poi, crescendo, loro hanno smesso. Io, invece, ho iniziato ad esagerare. Soprattutto negli ultimi 3 anni».

Le prime scommesse troppo pesanti di Ivan, arrivano dopo le prime vittorie: «In realtà, ho iniziato a giocare forte quando ho iniziato a vincere. Vincendo magari 500 euro con soli 5 euro, pensavo che se ci avessi messo di più, avrei vinto maggiormente».

Poi però sono cominciate ad arrivare le perdite. «Quando incominci a perdere, e sei in debito con qualcuno, giochi per recuperare i soldi da restituire. Pure se facevo qualche vittoria, non mi basta per ripianare i debiti. Quindi non mi fermavo. Rigiocavo le vincite per arrivare alla cifra del debito. E così si perde tutto».

Una mole impressionante di soldi scommessi: «Se mi girava male e mi venivano i 5 minuti ricorda Ivan- arrivavo a giocarmi anche 1500 euro in un giorno. Ad esempio, un mese in cui perdevo ma vincevo anche, in 2 settimane ho fatto movimenti sul conto di 10.000 euro. Poi, magari, cercavo di rimanere fermo perché già mi ero giocato tutto».

Una malattia, però, che prende anche l'anima: «Giocavo anche la notte.

Non dormivo. O perché avevo in corso la giocata e pensavo che, vincendo quella sera, la mattina avrei potuto già farne un'altra. Oppure passavo la notte insonne, per via dei debiti. Stavo male mentalmente e ciò si ripercuoteva in tutto, soprattutto in famiglia».

I debiti intanto crescevano. «Non sono finito in mano a veri e propri usurai, ma comunque ho dovuto dare qualcosa in più rispetto a quanto prestato. Lo immaginavo. Ma in un momento di difficoltà, non potevo fare altrimenti. Il pensiero poi è che con i soldi prestati, avrei vinto di più anche di quanto mi avevano dato. Ne ho persi tantissimi, di soldi, per quello che mi potevo permettere. Circa 50 mila euro. Fortunatamente, tutti i debiti contratti, ora sono riuscito a chiuderli».

Nel gennaio 2020, Ivan viene scoperto dai genitori: «Servivano soldi in famiglia. Io lavoro, quindi mi avevano chiesto un aiuto. Ma non avevo niente. Cercai delle scuse, ma poi confessai. Dissi che li avevo scommessi. Non parlai però dei miei debiti. Cercai di smettere da solo. Non durò neanche 3 settimane. Dopo qualche mese, mia madre se ne accorse. Mi mandò da uno psicologo. Non servì. Mamma mi monitorava anche il conto. Riuscivo però a raggiarla. Ad esempio, una volta ho fatto vedere uno screenshot del mio conto, che avevo fatto appena preso lo stipendio. Non si è accorta che, in realtà, molti di quei soldi, nel momento in cui lei mi stava controllando, non c'erano più».

Dopo qualche altro mese, invece, la confessione completa: «Quando hanno saputo tutto, hanno cercato su internet ed hanno trovato l'associazione No Game. Da qualche tempo, sono seguito da loro. Mi aiutano molto. Sono 3 settimane che non gioco. So che non esiste guarigione, ma devo essere bravo a limitare il tutto. Vedo mia madre che soffre e sto male, è la cosa che mi ammazza di più».
 

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