Frosinone, ennesima giornata di sciopero studentesco: «Vogliamo tornare a scuola ma non così»

Un'immagine del piccolo sit-in fuori il liceo "Maccari"
di Matteo Ferazzoli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 09:54

Ennesimo sciopero studentesco, ieri mattina a Frosinone. In alcuni istituti, tra l’altro, sono stati organizzati anche piccoli sit-in di protesta e appesi alcuni striscioni. Due gruppi diversi di studenti, invece, in maniera simbolica, si sono recati sotto il palazzo della Prefettura per chiedere un incontro con il Prefetto. «Sì al ritorno in presenza- spiegano all'unisono gli studenti motivando le loro ragioni - ma non così».

La giornata

Proprio per ieri mattina, a Frosinone, era previsto il ritorno tra i banchi delle superiori, dopo l’ordinanza del sindaco Nicola Ottaviani che aveva chiuso, per lo scorso lunedì, tutti i plessi scolastici cittadini dopo la nevicata di domenica.

In realtà, la stragrande maggioranza degli alunni non è entrata a scuola. Chi, invece, aveva lezioni tramite la didattica a distanza non si è connesso. In alcune scuole, come il liceo “Fratelli Maccari”, una delegazione di rappresentati ha dato vita ad un breve sit-in sotto la scuola, esponendo alcuni cartelli e la bandiera della Rete degli Studenti Medi.

«Non è cambiato nulla da quando stiamo scioperando – spiega Giacomo Felici, coordinatore frusinate della Rete e rappresentante del Maccari- gli orari scaglionati comportano problemi per gli studenti perché, soprattutto i pendolari, starebbero 10 ore fuori da casa. Gli autobus sono al 50% e l’aumento dei trasporti è solo del 6%. Serve rivedere il piano di rientro su base provinciale per progettarne uno migliore. Tutte le scuole di Frosinone e della Provincia scioperano per tornare in presenza, ma non così. Non siamo degli scansafatiche, ma denunciamo le criticità riscontrate. Proponiamo di tornare in presenza al 25%, aumentando poi in base alla situazione Covid. Chiediamo che vengano riscritte le modalità del rientro, ascoltando anche i sindacati e gli studenti».

Altre scuole frusinati, invece, non hanno organizzato sit-in, ma hanno comunque aderito alla contestazione. Su tutti, il liceo “Severi”, il classico “Turriziani” e l’istituto “Bragaglia”. Alessandro Ottaviani, rappresentante d’istituto del Turriziani, afferma: «Vogliamo tornare in presenza, ma in sicurezza e permettendo a tutti i ragazzi, anche ai non residenti a Frosinone, di recarsi a scuola ad orari fattibili. È stata fatta una turnazione con un secondo turno di ingresso a scuola alle 10 con un’uscita alle 15, senza però un effettivo potenziamento del trasporto pubblico. Proponiamo di tornare al 40% in presenza e il restante in didattica a distanza. Le due settimane successive, poi, di scambiare i turni. Noi, ma non solo, anche tramite pec abbiamo chiesto un incontro al Prefetto esprimendo anche il dissenso inerente a questi provvedimenti».

Dal Severi, invece, i rappresentanti spiegano: «Scioperiamo per tre cause. La prima è il problema dei trasporti, la seconda è rappresentata dalla turnazione. Infine per il problema delle temperature. C’è l’obbligo di tenere le finestre aperte, anche con queste temperature.

Vogliamo – concludono- tornare a scuola, ma non a queste condizioni».

La Prefettura

Successivamente, in due orari diversi ma vicini tra loro, tra le 11 e le 11 e 30, sia una delegazione della Rete, sia un’altra formata da diversi rappresentanti d’istituto, sono andate sotto la Prefettura, senza esporre striscioni, per chiedere un incontro al Prefetto. Il primo gruppo, quello della Rete, se ne è andato proprio mentre sopraggiungeva l’altro. Così, si è creata un po' di confusione ed è intervenuta la Digos che ha identificato i presenti, visto che non avevano inviato nessuna comunicazione della loro volontà di giungere sotto la Prefettura. E' anche arrivato un altro responsabile Digos che, dopo aver ascoltato le richieste degli studenti, ha spiegato loro le modalità idonee ad avere tutte le autorizzazioni per le loro istanze. Adesso, istituto per istituto, i ragazzi stanno valutando se continuare o meno lo sciopero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA