Denuncia l'ex datore di lavoro per un video hot, ma a processo ci finisce lei

Denuncia l'ex datore di lavoro per un video hot, ma a processo ci finisce lei
di Pierfederico Pernarella
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 08:46

Aveva denunciato il datore di lavoro per abusi sessuali ed estorsione, ma a giudizio ci era finita lei con l'accusa di calunnia. Però ora, dopo due anni, è stata dichiarata innocente. Si sono concluse venerdì scorso, davanti al giudice monocratico del tribunale di Frosinone, le vicissitudini giudiziarie di una 27enne del capoluogo, che da presunta vittima ha corso il rischio di essere condannata a due anni, così come aveva richiesto il pubblico ministero.

La storia risale al 2019 quando la 27enne decide di troncare la relazione clandestina con il proprio datore di lavoro, un imprenditore che opera nel settore del commercio di 55 anni.

Quella situazione per lei era diventata insostenibile, perché vissuta con uno stato di soggezione. Preferiva restare con il suo compagno e lasciare il posto di lavoro, dove la sua permanenza era diventata inopportuna.

La vendetta

Il datore di lavoro, però, non la prende bene e con una frase sibillina le fa capire che non sarebbe finita così come lei sperava. A cosa si riferisse, la ragazza lo capisce di lì a poco, quando l'amante mostra al suo compagno il video di un loro rapporto sessuale registrato all'insaputa della donna. Quest'ultima, sentendosi ferita nell'intimo e vittima di una sorta di vendetta, presenta una denuncia-querela per abusi sessuali ed estorsione, riferendo che il suo ex datore di lavoro era in possesso di un video di natura sessuale che era stato registrato senza il suo consenso. I carabinieri avviano le indagini, ma quando si recano dall'imprenditore per acquisire il filmato, trovano il telefono cellulare vuoto, comunque senza quel video compromettente.

La controdenuncia

L'indagine viene archiviata, ma non finisce qui perché l'imprenditore a sua volta denuncia la donna per calunnia aggravata. La 27enne finisce a giudizio, l'ex datore di lavoro si costituisce come parte lesa. Nel corso del processo viene sentito l'ex compagno della donna che conferma che l'imprenditore gli aveva fatto vedere il video, poi provvidenzialmente scomparso dalla circolazione. Dopo due anni di udienze, si arriva alla discussione. Il pubblico ministero chiede la condanna a due anni per la donna, ma per il giudice monocratico Monica Tamburro l'imputata (difesa dall'avvocato Nicola Ottaviani) non ha incolpato ingiustamente il suo ex datore di lavoro e l'ha dichiarata innocente per non aver commesso il fatto.
 

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