Spaccio di droga a Cassino, spari e botte in strada per i pusher che non rispettavano le regole: i nomi degli arresati

Spaccio di droga a Cassino, spari e botte in strada per i pusher che non rispettavano le regole: i nomi degli arresati
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Venerdì 15 Maggio 2020, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 12:13
All'alba di oggi la Compagnia carabinieri di Cassino ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e a due obblighi di firma e dimora, emesse dal Tribunale di Cassino, su richiesta della Procura. I destinatari sono altrettante persone di etnia rom accusate a vario titolo di tentato omicidio; porto abusivo di arma da fuoco; lesioni personali; danneggiamento aggravato e tentata violazione di domicilio nei confronti di un ventiseienne del luogo, per motivi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. In carcere sono finiti Matteo Di SilvioMassimo De SilvaFrancesco De Silva. Obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per Antonio De Silva e Nicandro De Silva.

«La famiglia rom De Silva/Di Silvio - scrvino i carabinieri - è operante prevalentemente tra le piazze dei quartieri “Malfa-case rosse” e “San Bartolomeo”. Nonostante i duri colpi inflitti alla predetta famiglia con l’operazione “12° Round” tra il 2018 e il 2019, i cui componenti sono riusciti poi sempre a riorganizzarsi imponendosi sul mercato al dettaglio dello spaccio di droga e tentato sistematicamente di eliminare la concorrenza».

In particolare, per quanto riguarda la piazza di spaccio di San Bartolomeo, spiegano ancora dall'Arma, è emerso che sul finire della primavera e l’inizio dell’estate 2019, nuovi pusher avevano violato le regole imposte dalla famiglia De Silva/Di Silvio, spacciando in zone e orari non consentiti. I “trasgressori” di tali regole venivano puniti dai componenti della famiglia De Silva/Di Silvio e in tale contesto si verificano gli agguati posti in essere nei confronti di D.M.F., di anni 26, pusher solitario abitante nel quartiere San Bartolomeo».

Ecco gli episodi ricostruiti dai carabinieri:
  • Il 22 maggio 2019 l’uomo veniva è fatto oggetto di lancio di mattoni e bottiglie mentre con la propria autovettura rincasava nel quartiere San Bartolomeo, ma lo stesso riusciva a fuggire; il gruppo di aggressori, poco dopo, tentava di sfondare la porta blindata dell’appartamento della vittima con lo scopo di aggredirlo, mentre lo stesso si trovava in casa ma l’azione delittuosa non veniva portata a termine solo perché il portone resisteva ai colpi. Nel complesso la condotta delittuosa causava la distruzione totale dell’autovettura in uso al soggetto e il danneggiamento del portone di ingresso del suo appartamento, nonché lesioni personali dovute al lancio delle bottiglie e dei mattoni che avevano attinto anche il D. M. F.
     
  • nei giorni successivi il gruppo criminale continuava a dare la caccia al giovane che si vedeva costretto a lasciare l’abitazione di San Bartolomeo e a stabilirsi in un’altra zona della città per sfuggire alle sicure a gravi ritorsioni della famiglia De Silva/Di Silvio;
     
  • la notte del 26 giugno 2019  il gruppo criminale riusciva nuovamente ad individuarlo poiché si recava presso il proprio appartamento di San Bartolomeo per prendere effetti personali che aveva dovuto lasciare al momento della fuga; in questa circostanza il gruppo lo accerchiava mentre si trovava in auto con la propria fidanzata, lanciava contro di loro bottiglie e pietre, e al contempo un elemento del gruppo, armato di pistola semiautomatica cal. 6,35, esplodeva più colpi di arma da fuoco contro i due giovani che riuscivano a salvarsi dandosi alla fuga, grazie al fatto che i proiettili si infrangevano sulla carrozzeria.

Indagate a piede lbero tre donne tutte appartenenti alla famiglia De Silva/Di Silvio, che con ruoli e condotte minori avevano comunque coadiuvato il gruppo principale nel porre in essere il disegno criminoso sopra descritto. 
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