Cassino, Omicidio del piccolo Gabriel: appello del padre
dopo la condanna all'ergastolo

Cassino, Omicidio del piccolo Gabriel: appello del padre dopo la condanna all'ergastolo
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 20 Aprile 2021, 08:12

Continua a ripetere di essere innocente, di non aver mai assistito a quel delitto brutale e inspiegabile, avvenuto due anni fa (il 17 aprile 2019) nelle campagne di Piedimonte San Germano dove morì il piccolo Gabriel Feroleto, di appena 26 mesi.  Il papà Nicola Feroleto, 50enne di Villa Santa Lucia, condannato in primo grado dalla Corte d'assise del Tribunale di Cassino all'ergastolo ha presentato appello. A depositare l'atto di appello è stato l'avvocato Pasquale Cardillo Cupo. Nell'appello viene messo in discussione l'intero impianto accusatorio e la ricostruzione fatta dalla Procura di Cassino e dai carabinieri. Punto per punto la difesa fornisce una versione diversa dei fatti. Presto, quindi, verrà fissata l'udienza e si discuteranno nel dettaglio tutti gli aspetti che la difesa di Feroleto ha portato all'attenzione della Corte d'assise d'appello di Roma.

Resta, per ora, la pesantissima condanna all'ergastolo e le motivazioni che hanno spinto la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Donatella Perna, a pronunciarla. L’omicidio materialmente lo ha commesso, per sua stessa ammissione, Donatella Di Bona (la madre del piccolo, condannata con il rito abbreviato a trent'anni di carcere), ma per i giudici di primo grado Nicola era presente e non avrebbe fatto nulla per salvarlo.

“L'imputato - si legge nelle motivazioni - mentre Donatella di Bona premeva la sua mano sulla bocca e sul naso del piccolo Gabriel togliendogli il respiro per diversi minuti, è rimasto seduto al suo fianco a pochi centimetri da lei, a pochi centimetri da Gabriel e dal suo corpicino intento a dimenare braccia e gambe per sfuggire alla presa, completamente inerme, silente, senza intervenire in alcun modo per strappare il figlio alla morte o almeno per manifestare un dissenso.

Nemmeno un richiamo alla donna a cessare quell’azione”. Inerzia che ha portato la Procura ad imputagli il concorso nell’omicidio volontario pluriaggravato del figlio.

“Il nervosismo manifestato dal Feroleto sin dall'incontro con Donatella per la presenza del bambino e per il rinnovato rifiuto della donna consumare un rapporto sessuale - hanno scritto sempre i giudici - è stato sfogato dall'uomo proprio sul piccolo Gabriel, colpendolo con due schiaffi al volto e con un pugno alla fronte”. 

Gli elementi raccolti dagli investigatori hanno portato la corte ad escludere inoltre qualsiasi altra pista.  Ora, però, la difesa dell’uomo mette in discussione quelle che, in primo grado sono state valutate, come prove inconfutabili. Come finirà in appello? 

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