Frosinone, video dell'omicidio sul web: chiesto un Consiglio straordinario. L'esperto: «Grave caso di violazione della privacy»

Parla Marco Plutino, professore di Diritto costituzionale all'università di Cassino

Marco Plutino, professore di Diritto costituzionale all'università di Cassino
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Sabato 16 Marzo 2024, 09:11

Non si spegne l'attenzione sul caso del video dell'omicidio, registrato da una telecamera del Comune, pubblicato e poi rimosso da una nota testata giornalistica. Per la fuga delle immagini, coperte dal segreto istruttorio, si è dimesso un componente dello staff del sindaco. E mentre proseguono gli accertamenti della Procura, scoppia anche il caos politico. L'opposizione, così come avevano fatto due consiglieri di maggioranza, chiede un Consiglio comunale straordinario. «Ci sono responsabilità soggettive di chi materialmente ha diffuso le immagini ma anche responsabilità oggettive dell'assessorato di riferimento per non aver impedito la fuoriuscita di quel video spiega l'ex sindaco oggi consigliere comunale Domenico Marzi e firmatario insieme ad altri dell'interrogazione - Quando si è preposti si hanno delle responsabilità e il sindaco deve riferire ed accertare quanto accaduto».

«La diffusione di immagini in cui sono riconoscibili persone non è consentita in nessun caso, a maggior ragione se contengono possibili prove di reato».

A specificarlo è Marco Plutino professore di Diritto costituzionale all'Università di Cassino e del Lazio Meridionale.

«Sono sempre dati personali e vanno trattati secondo la normativa che prevede il consenso dell'interessato. Si fa riferimento al cosiddetto codice della privacy che contiene le norme relative alla tutela dei dati personali adeguato alla normativa dell'Unione europea in seguito all'approvazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati, il famoso GDPR. È un ambito che attiene ai diritti fondamentali e la cui responsabilità ricade sia sui soggetti privati sia sui soggetti pubblici che trattano immagini o informazioni sensibili spiega il docente - Nel caso specifico, la fonte dalla quale sono fuoriuscite le immagini, quindi il video registrato dalle videocamere del Comune di Frosinone, è un ente pubblico. Pertanto, il fatto appare ancora più di peso. Ho letto che sarà aperta un'indagine per chiarire la dinamica dei passaggi. Prima di tutto bisogna vedere se la persona impiegata nell'ente fosse abilitata al trattamento dei dati e quale compito avesse. E poi ci sono le responsabilità della diffusione. Le persone esposte nelle immagini, infatti, potrebbero adire le vie giudiziarie per chiedere un risarcimento qualora ravvisassero un danno. Anche se rappresenta già un danno stesso la loro riconoscibilità. Ad esempio i passanti ma anche gli stessi autori del reato che non per questo hanno diritto di essere posti alla gogna».

«C'è da considerare anche un altro aspetto legato allo strumento telematico aggiunge il professor Plutino - Nella rete internet, nel web, le informazioni non spariscono mai del tutto. Anche se alcuni siti, social o altre piattaforme cancellassero il video, questo così come tutti gli altri, ogni tanto riemergerebbero alla pubblica visione. Pertanto, si potrebbe configurare anche una violazione del diritto all'oblio. Secondo la ricostruzione che è stata fatta e nel rispetto delle funzioni dell'autorità giudiziaria, ritengo che la questione possa essere ricondotta ad una violazione fraudolenta della riservatezza secondo l'articolo 167 del codice della privacy, ovvero l'acquisizione con mezzi fraudolenti di un archivio automatizzato o di una parte sostanziale di esso contenente dati personali oggetto di trattamento su larga scala. Saranno comunque le indagini a valutare esattamente cosa è accaduto e il comportamento delle persone coinvolte».

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