Ma, se non con Caligiore, che fine faranno tutte le aree civiche che pur si muovono sul territorio ceccanese? Nel fronte opposto in questo momento si naviga in alto mare, in una situazione politica tra il paradosso e l’indefinito. Per dirla semplice, se si votasse domani, sarebbe facile immaginare una vittoria al primo turno del ‘dimissionato’ Caligiore. O addirittura di una vittoria senza avversari. Non c’è traccia di ufficialità, infatti, del Polo Civico che pareva inossidabile all’indomani dello scioglimento anticipato del consiglio e che oggi si regge, invece, in equilibrio precario sull’ipotesi di una candidatura di Marco Corsi. Con il rischio nemmeno tanto impossibile di un’implosione che farebbe andare in frantumi un’idea elettorale partorita, forse, senza troppa sostanza programmatica. Intorno a questo ‘centro moderato’ si muove direttamente (e paradossalmente se si considera la storia amministrativa di Ceccano) un centrosinistra ai minimi storici, privo di programmazione, di sintesi e soprattutto di candidature. Fatta eccezione per il salto in avanti dell’ex consigliere Alessandro Franco Battista, bocciata senza appello dal suo stesso Partito democratico, spente sul nascere le aspirazioni avanzate in casa socialista, il dibattito interno nell’ex ‘rossa’ continua a suon di riunioni che vanno deserte. In una situazione del genere lo sguardo a maggio prossimo non promette niente altro che un appoggio al candidato ‘civico’ che si opporrà alla coalizione di centrodestra. Anche (e soprattutto) di fronte allo scenario del ballottaggio. Sempre che si arrivi ad una sfida a due. L’unica verità che è facile mettere in piedi sin da ora è che nel centrosinistra gli aspiranti amministratori sanno già che non hanno molto da aspettarsi e che la sfida vera resta quella per un posto in consiglio comunale.
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