Infermiere cinquantenne accusato di aver violentato tre pazienti disabili che erano ricoverate in una clinica della provincia di Frosinone. Nei giorni scorsi il pubblico ministero dottoressa Barbara Trotta ha chiesto il suo rinvio a giudizio per il reato di violenza sessuale. L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 3 dicembre.
La vicenda è venuta fuori nell'agosto dello scorso anno, ma gli abusi sessuali ai danni delle pazienti sarebbero iniziati nel dicembre del 2019.
Gli abusi, stando a quanto si legge nel capo d'imputazione, avvenivano in maniera repentina e «non consentivano alla vittima margine di reazione costringeva o comunque induceva la paziente a subire atti sessuali anche abusando della condizione di inferiorità fisica e psichica della donna al momento del fatto. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in danno di persona ricoverata in struttura sanitaria e di persona portatrice di minorazione fisica, psichica e sensoriale».
I fatti contestati fino all'agosto dello scorso anno, quindi anche durante l'emergenza Covid, in un momento molto particolare anche per le strutture sanitarie private costrette a limitare, se non a vietare del tutto gli ingressi di persone esterne, e quindi anche dei familiari dei pazienti.
Le vittime sarebbero state scelte perché appunto non nelle condizioni di ribellarsi o chiedere aiuto nell'immediatezza dei fatti. Anche se in un caso una delle pazienti, stando sempre al capo d'imputazione, avrebbe tentato di ribellarsi dicendo espressamente all'infermiere di lasciare stare. L'indagato è difeso dall'avvocato Giulia Giacinti.