Dalla Romagna a San Pietro a Roma, il mercato del cibo salvato

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C'è chi ha visto i suoi animali morire per l'impossibilità di far arrivare il foraggio nell'allevamento rimasto isolato, chi ha perso api e arnie a causa della frana dei terreni e chi ha avuto il frutteto soffocati da acqua e fango: sono alcune delle storie degli agricoltori romagnoli alluvionati della Coldiretti, che hanno portato a San Pietro i prodotti salvati dalla furia del maltempo, in occasione del «World Meeting of Human Fraternity» grazie alla fondazione «Fratelli tutti» con il mondo contadino di Campagna Amica. Tanti i banchi dove si possono trovare pomodori, melanzane e zucchine uova, frutta, miele e formaggi provenienti da Conselice e dalle zone più colpite del Ravennate e del Forlivese, simbolo della resistenza di una terra che non si arrende. La possibilità di trovare uno sbocco commerciale ai propri prodotti rappresenta il primo passo verso il ritorno alla normalità, fa sapere la Colfìdiretti. Si possono acquistare le specialità regionali ma anche gustare i piatti della tradizione a prezzi popolari. Se l'Apicoltura Fabbri Max ha perduto il 60% del suo patromonio, l«azienda agricola Cà ad Là, allevamento di suini di razza romagnola è rimasto isolato per uno smottamento, vedendo morire di fame i maialini appena nati. E c'è anche il caseificio »Boschetto Vecchio« che per l'allagamento ha perso le scorte di mangimi e i campi dove erano seminati e solo grazie alla solidarietà degli allevatori dei territori vicini ha potuto salvare gli animali.