Paolo Balduzzi
Paolo Balduzzi

Il nodo contributi/ Le pensioni e il futuro delle nuove generazioni

di Paolo Balduzzi
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 00:03

Sembrano tirare correnti molto diverse, di qua e di là dalle Alpi. A nordovest del Monviso, su Parigi e su tutta la Francia, soffia un vento caldo, quasi incendiario. Gran parte della popolazione, infatti, nonché gli immancabili sindacati ma anche premi Nobel per la letteratura come Annie Ernaux (vincitrice nel 2022) e perfino un economista di primo livello quale Thomas Piketty sono scesi in piazza e si sono pubblicamente dichiarati contrari alla riforma pensionistica proposta da Emmanuele Macron. Riforma, poi, per modo di dire, essendo il principale elemento di controversia l’innalzamento dell’età di pensionamento di vecchiaia da 62 a 64 anni. A sudest del Monviso, invece, su Roma e sul resto d’Italia, spira un vento decisamente più freddo. A pochi cittadini, forse nemmeno a chi è direttamente coinvolto, interessa l’ultimo comunicato dell’Inps, secondo cui un giovane di 25 anni e pochi mesi di contributi alle spalle dovrà lavorare per 46 anni prima di poter accedere alla pensione. Ironicamente, proprio lo specchio di quei 64 anni francesi. Non si pretende certo che anche da noi si stracci le vesti un premio Nobel, un’alta carica dello Stato o qualcuno tra i più noti virologi, che ormai vengono interrogati su ogni cosa: ma perché nemmeno un tiktoker, che, peraltro, apparterrebbe proprio alla generazione colpita e sarebbe enormemente più influente, non ha speso due parole o trenta secondi di diretta Instagram sull’argomento? 


E invece no, silenzio assoluto. Hanno ragione i francesi e torto gli italiani? Nemmeno per sogno. Perché in realtà queste storie che sembrano così diverse sono facce della stessa medaglia. Vale a dire: i diritti pensionistici delle generazioni adulte vanno mantenuti e anzi possibilmente ampliati, come testimoniano “Quota 100”, “Quota 102” o “Quota 103”; al contrario, i diritti previdenziali delle generazioni più giovani non valgono nulla. Una possibile spiegazione è che, oltre a tutelarle poco, l’attuale classe dirigente, non solo italiana, abbia un’opinione molto bassa delle giovani generazioni: conoscendo se stessa, pensa infatti che siano tutti uguali e che i giovani, una volta adulti e una volta al potere, faranno ciò che si è sempre fatto, cioè rimandare un problema sempre più grave al futuro. Gioco in cui si è eccelso in special modo tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso ma che potrà essere ripetuto solamente fino a quando esisteranno ancora spazi di debito pubblico da sfruttare. Onestamente, non sembra mancare molto al momento in cui tutti i nodi dovranno venire al pettine. Tuttavia, il timore, più per il paese che per le classi dirigenti attuali, è che non andrà affatto a finire così. Ben più probabile che le già esigue giovani generazioni smettano di votare con le schede elettorali e comincino a farlo con i piedi. Emigreranno, cioè, alla ricerca di un paese che sappia valorizzarli meglio già da ora e che prometta maggiore equità. Difficilmente, quindi, si trasferiranno in massa in Francia. La quale, tuttavia, a differenza del nostro paese, un pregio lo ha: è ancora ben lontana da ciò che ormai in molti hanno definito “l’inverno demografico”.

In Italia, il numero di figli per donna è infatti è tra i più bassi d’Europa ed è pari a 1,2, mentre quello francese è al contrario il più elevato e pari a 1,8. Perché? Difficile dirlo.

Sarà la deformazione professionale che li fa sentire al centro dell’universo, ma secondo gli economisti molto è dovuto al trattamento fiscale delle famiglie; più nello specifico, all’utilizzo del quoziente familiare. Un’attenzione che solo molto recentemente il legislatore ha dedicato alle giovani coppie e che, si spera, diventerà sempre maggiore in futuro. Ma se il protezionismo generazionale domestico e transalpino è sbagliato, cosa bisogna chiedere alle istituzioni? Innanzitutto, che si ragioni sul lungo periodo. È necessario dunque implementare efficaci politiche fiscali di sostegno della natalità, nonché interventi per favorire l’occupazione femminile, che passano anche attraverso un investimento su larga scala in asili nido e una riforma degli orari scolastici. Su questo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovrebbe dare una mano. Nel breve periodo, tuttavia, l’unica vera leva è quella pensionistica. Il metodo di calcolo contributivo, che viene utilizzato al 100% per calcolare la pensioni di chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996 e che viene utilizzato solo parzialmente per chi lavorava già antecedentemente, deve essere applicato universalmente a tutti i lavoratori, anche in maniera retroattiva. Che è ciò che “Fratelli d’Italia”, partito del Presidente del consiglio e primo in Italia, proponeva già qualche giorno dopo l’esito elettorale, sotto la rivedibilissima etichetta di “Opzione uomo”.

Il metodo di calcolo contributivo ha sì un effetto (spesso) negativo sul valore dei trattamenti previdenziali ma, al contempo, garantisce libertà di scelta sull’età del pensionamento. In altre parole, ha il pregio di bilanciare benefici più generosi con periodi di quiescenza inferiori o, viceversa, possibilità di pensionamento anticipato con benefici monetari inferiori. Un ultimo dettaglio riguarda gli strumenti che lo stesso Inps mette a disposizione dei lavoratori. Il simulatore, per esempio, che è stato utilizzato per il famoso calcolo dei 46 anni di lavoro, è più divertente (o deprimente, a seconda del risultato) che utile, perché ogni lavoratore è caratterizzato da profili di carriera e di vita che lo rendono unico e mai questo strumento potrà tenere conto delle future (e certe) ulteriori modifiche normative che interverranno. Al contrario, è necessaria la diffusione su larga scala della cosiddetta “busta arancione”, un documento che ogni anno indichi al lavoratore quale sarà l’ammontare stimato della sua pensione e come questo potrà essere eventualmente integrato. Tutti interventi che richiedono due requisiti fondamentali ma non sempre in dotazione al legislatore in carica: la forza e, soprattutto, la volontà. 
 

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