Bce lascia i tassi d'interesse invariati al 4,50%. Lagarde: «L'inflazione scende, resta la pressione sui salari»

Questa è la quarta pausa nel ciclo di dieci rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022. La banca centrale: a giugno capiremo se abbassare i tassi

Bce lascia i tassi d'interesse invariati al 4,50%. Lagarde: «L'inflazione scende, resta la pressione sui salari»
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Giovedì 7 Marzo 2024, 15:11 - Ultimo aggiornamento: 17:31

La Bce ha deciso di lasciare i tassi d'interesse invariati. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. È la quarta pausa nel ciclo di dieci rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022.

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Bce, tassi e inflazione

Il consiglio direttivo «ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale» al ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2%, si legge nel comunicato dell'istituto centrale. «Le decisioni future del consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario» e si «continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione».

In particolare, le decisioni sui tassi «saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria». 

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«Anche se gran parte degli indicatori d'inflazione sono ulteriormente rallentati, restano pressioni inflazionistiche interne, specialmente la crescita dei salari». Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde nella conferenza stampa al termine della riunione. Nell'Eurozona «l'economia resta debole, i consumatori limitano le loro spese, gli investimenti frenano e calano le esportazioni anche per via della domanda esterna ma i nostri sondaggi mostrano una graduale ripresa nel corso dell'anno con un rimbalzo dei redditi reali».

LA FIDUCIA

«Stiamo seguendo un percorso di disinflazione e siamo più fiduciosi» su questo calo «ma a questo punto non abbastanza» per decidere un taglio dei tassi. «Ci servono più conferme e più dati: ne sapremo più ad aprile ma molto di più a giugno». Lo afferma la presidente della Bce, abbassando le aspettative per un taglio nella prossima riunione del Consiglio Direttivo che oggi «all'unanimità» ha deciso di tenere i tassi fermi. Sull'inflazione «ci sono movimenti positivi ma non sono abbastanza forti e duraturi» per decidere un taglio.

GIUGNO

La Bce attende i dati di giugno per riflettere su un taglio dei tassi di interesse. Lo spiega la presidente della Banca centrale europea. «Vediamo segnali, ma non abbastanza per essere sufficientemente fiduciosi» sulla situazione e sulla fine dell’alta inflazione. «Abbiamo bisogno di piu dati, e avremmo dati a sufficienza a giugno», spiega. «Non è ancora il momento di tagliare i tassi». Lo afferma la governatrice della Fed Michelle Bowman, sottolineando che «se i dati continueranno a indicare che l'inflazione di muove in modo sostenibile verso il target del 2%, allora sarà appropriato ridurre gradualmente i tassi per prevenire che la politica monetaria sia troppo restrittiva».

«La Bce agirà in maniera indipendente, faremo quello che dobbiamo fare, quando lo dobbiamo fare. Se le condizioni sono soddisfatte e la nostra diagnosi è che la politica monetaria è stata restrittiva abbastanza a lungo, prenderemo la nostra decisione». Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea.

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