In particolare, la transizione green potrebbe comportare un aumento della domanda di circa 162 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti e una diminuzione della domanda di circa 152 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti entro il 2050 in diversi settori dell'economia. Inoltre, si potrebbero ottenere circa 41 milioni di posti di lavoro e perderne 35 milioni per quanto riguarda la spesa per beni materiali necessari alla transizione verso il net-zero. Lo studio di McKinsey considera sono i posti di lavoro direttamente attribuibili alla transizione e non altri fattori come il reddito o la crescita della popolazione.
I settori in calo
I guadagni di posti di lavoro sarebbero in gran parte associati al passaggio a forme di produzione a basse emissioni, ad esempio le energie rinnovabili, mentre le perdite riguarderebbero in particolare i lavoratori nei settori ad alta intensità di combustibili fossili o comunque ad alta intensità di emissioni, sostiene lo studio. La domanda di operazioni dirette e lavori di manutenzione nel settore dell'estrazione e produzione di combustibili fossili e nel settore energetico basato sui combustibili fossili potrebbe essere inferiore rispettivamente di circa 9 milioni e circa 4 milioni di posti di lavoro, equivalenti a circa 70% e il 60% della forza lavoro odierna in quei rispettivi settori.
Anche i posti di lavoro nei settori agricolo e alimentare potrebbero essere riassegnati poiché la domanda di proteine ??animali è interessata da una transizione verso il zet-zero. Entro il 2050 potrebbero andare persi circa 34 milioni di posti di lavoro diretti, principalmente nel settore del bestiame e dei mangimi, di cui 19 milioni nell'allevamento di ruminanti . Questi potrebbero essere parzialmente compensati da un aumento di 12 milioni di posti di lavoro diretti, inclusi ad esempio 10 milioni nell'allevamento di pollame.
I settori in crescita
I settori a basse emissioni, al contrario, vedrebbero probabilmente guadagni di posti di lavoro. Ad esempio, il settore delle energie rinnovabili potrebbe vedere un aumento della domanda di circa 6 milioni entro il 2050. I guadagni di posti di lavoro potrebbero verificarsi anche a seguito di esborsi di capitale, in particolare durante i primi anni della transizione. Nel settore edile, manifatturiero e in altri settori associati alla costruzione di risorse fisiche a basse emissioni, l'aumento netto di posti di lavoro potrebbe raggiungere i 37 milioni circa entro il 2030 e potrebbe ancora essere di circa 5 milioni entro il 2050.
Gli investimenti necessari
Il capitale investito in asset fisici dovrebbe ammontare a circa 275 trilioni di dollari, pari al 7,5% del PIL globale, entro il 2050 - circa 9,2 trilioni di dollari l'anno - che corrisponde a un aumento di 3,5 trilioni di dollari rispetto all'attuale livello di spesa annuale, come conseguenza del passaggio dalle attività ad alte emissioni a quelle a emissioni ridotte. Per esempio, oggi il 65% della spesa per l'energia e l'utilizzo del suolo è destinata a prodotti ad alte emissioni; in futuro, il 70% sarà orientato verso prodotti a basse emissioni e le relative infrastrutture, invertendo così la tendenza attuale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA