La Cin – come si legge nella lettera inviata all'esecutivo – ha chiesto l'intervento del governo per sbloccare la trattativa su Tirrenia respingendo la proposta dei commissari straordinari, ricordando come "il traporto marittimo costituisce un ambito di applicazione del Golden Power" . Nella lettera si rileva che "la struttura del piano di risanamento e di ristrutturazione della Cin condiviso con l'Investitore non prevede l'utilizzazione di denaro pubblico attraverso l'intervento del Patrimonio Destinato". Cin ricorda inoltre che "il mancato accordo con la Tirrenia in A.S. con la conseguente inevitabile dichiarazione d'insolvenza della Cin determinerebbe: la perdita, o comunque grave pregiudizio, per oltre 6mila lavoratori marittimi quasi tutti residenti in zone economicamente depresse del Paese; il rischio di gravi impatti sul servizio di continuità territoriale con Sardegna e Sicilia, nonché inevitabili conseguenze sugli operatori economici delle isole oltre che sugli autotrasportatori e sul relativo indotto". Fra gli effetti anche "l'utilizzo di ingenti risorse pubbliche per garantire la continuità aziendale in amministrazione straordinaria; un impatto sulla concorrenza nel servizio traghetti con rischio di incremento delle tariffe per i clienti".
Sulla questione è atteso – secondo quanto riferito al termine dell'udienza – per oggi pomeriggio un tavolo tecnico, richiesto stamani dalla stessa Cin, con la partecipazione del Mise, del Mef, del Ministero dei Trasporti e della Presidenza del Consiglio. Il tavolo interministeriale è stato predisposto perché i commissari straordinari di Tirrenia hanno chiesto che Cin rimanga coobbligata nella concessione delle ipoteche sulle navi – che passeranno alla nuova società creato con l'accordo – a garanzia della stessa amministrazione straordinaria di Tirrenia.
Sarebbe, invece, stato raggiunto – secondo quanto si apprende – l'accordo sui circa 180 milioni di euro di debito di Cin nei confronti dell'amministrazione straordinaria della Tirrenia. Il debito sarebbe stato ridotto a 160 milioni, di cui 23 da versare a breve e il resto rateizzati. Si è in attesa, dunque, di trovare una soluzione sui perfezionamenti all'accordo (Cin aveva già depositato una bozza di accordo quadro) richiesti dai commissari straordinari. Il pm Fontana lo scorso aprile aveva chiesto il fallimento evidenziando un passivo di circa 200 milioni e debiti scaduti per una cifra che va dai 350 ai 400 milioni, di cui appunto 180 nei confronti dell'amministrazione straordinaria della Tirrenia. Cin aveva presentato una richiesta di concordato in bianco nel luglio scorso, come la capogruppo Moby, senza però, alla scadenza, concludere con una proposta di concordato preventivo o di omologa di accordo di ristrutturazione del debito, nonostante fossero state concesse una serie di proroghe.
Il sindacato Federam-Cisal ha annunciato uno sciopero immediato dei marittimi e del personale di terra di Tirrenia qualora saltasse la firma dei commissari della compagnia e del Mise per il salvataggio della compagnia. "Bloccheremo le navi di tutto il gruppo Onorato – ha annunciato la sigla con il segretario generale Alessandro Picco –. È inammissibile mettere a rischio 6mila posti di lavoro e il futuro di altrettante famiglie".
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