Smart working, le nuove regole: sul tavolo controlli, sicurezza e diritto alla disconnessione

Smart working, parte la trattativa: sul tavolo controlli, sicurezza e diritto alla disconnessione
di Andrea Bassi e Francesco Bisozzi
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Domenica 19 Settembre 2021, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 15:15

Diritto alla disconnessione per tutti i lavoratori agili delle aziende. E luoghi di lavoro esterni più sicuri. In arrivo le nuove regole per lo smart working nel settore privato: verranno calate a terra con un accordo quadro nazionale. «Chiamerò le parti sociali nei prossimi giorni. Se si arriverà a un accordo allora non ci sarà bisogno di una legge ad hoc. I temi sono sicurezza sui luoghi di lavoro, sicurezza e responsabilità sui dati, diritto alla disconnessione», ha spiegato ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Non c’è tempo da perdere visto che una volta finito lo stato di emergenza, prorogato fino al 31 dicembre, si tornerà ai dettami della legge 81 del 2017, mentre al momento i datori di lavoro hanno la possibilità di ricorrere al lavoro agile con una procedura semplificata. Considerato però che la quota di lavoratori in smart working, dopo quasi due anni di pandemia, secondo le previsioni del ministero del Lavoro continuerà a essere rilevante anche l’anno prossimo, servono nuove regole per garantire da un lato il benessere dei lavoratori e dall’altro per tutelare la produttività. «Continueremo a lavorare sia in presenza che a distanza con formule miste», ha aggiunto il ministro.

Lavoro, Brunetta: «Un mese e arriva il contratto da remoto, siamo in un momento magico»

Nel 2019 lo smart working riguardava circa 570mila lavoratori, il 20% in più dell’anno precedente. Poi, durante il primo lockdown, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio sullo smart working della School of Management del Politecnico di Milano, il numero dei lavoratori agili, tra pubblico e privato, ha rasentato quota 7 milioni. 
Sempre l’osservatorio del Politecnico di Milano stima che nel post pandemia in circa 5 milioni continueranno a lavorare da remoto, anche se solo parzialmente.

Ad aprile il ministero del Lavoro ha anche istituito un gruppo di studio con il compito di analizzare gli effetti del lavoro agile e individuare soluzioni alle criticità riscontrate nell’ambito delle dinamiche lavorative sia nel settore privato che nella pubblica amministrazione. E in entrambe le aree è emersa la necessità di alzare una serie di barriere per garantire ai dipendenti il diritto alla disconnessione, attraverso per esempio la definizione di una fascia oraria in cui i lavoratori non possono essere contattati dall’ufficio. La legge 81 del 2017 pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto, oltre a garantire agli smart worker la parità di trattamento rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. Con il nuovo accordo quadro nazionale si interverrà anche sulla sicurezza dei dati nei luoghi di lavoro esterni agli uffici e sulla responsabilità in caso di incidenti.

GLI STATALI
Nuove regole sullo smart working arriveranno anche per gli statali. Ieri è stato il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta a spiegare che entro un mese si arriverà alla firma del contratto al cui in terno sarà regolato anche il nuvo lavoro agile. «Ci saranno», ha detto il ministro, «diritti e doveri, come si farà, chi lo farà, la disconnessione, la produttività. Il contratto», ha aggiunto, «ci sarà, stiamo lavorando all’organizzazione sul lavoro da remoto, obiettivi, metodi, premi, formazione. Poi ci deve essere la sicurezza informatica. Stiamo lavorando sull’interoperabilità delle banche dati con il Pnrr». Un punto centrale, ha voluto sottolineare Brunetta, sarà la soddisfazione dei cittadini. 

Nei prossimi giorni il ministro proporrà a presidente del Consiglio Mario Draghi l’emanazione di un Dpcm per riportare nella Pubblica amministrazione il lavoro in presenza a «modalità ordinaria». Dopo di che arriverà una direttiva che disciplinerà il rientro in ufficio. Si partirà dal front office, per poi passare ai lavoratori in back office e, infine, a tutti i dipendenti delle amministrazioni centrali oltre che periferiche. 
 

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