Green pass obbligatorio, dalla colf all'idraulico al libero professionista: chi controlla?

Green pass obbligatorio, dalla colf all'idraulico al libero professionista: chi controlla?
di Francesco Malfetano
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Sabato 18 Settembre 2021, 06:36

L'estensione del Green pass a tutti i lavoratori, autonomi compresi, è destinata a far discutere. Non per la sua importanza nello spingere più persone verso il vaccino, quanto per la difficoltà nel garantire controlli puntuali, anche a campione. Se per dipendenti statali e privati, le verifiche si annunciano piuttosto semplici («Tutti i sistemi di timbratura o i tornelli presenti nelle imprese hanno già il dispositivo di lettura del Green pass, tu metti il tuo cartellino, tu metti il tuo badge e contemporaneamente si legge il Green pass» ha semplificato ieri a Radio24 il ministro per la Pa Renato Brunetta), il discorso cambia ragionando sulle modalità che dovrebbero coinvolgere partite Iva, liberi professionisti e artigiani. In altri termini, se un cittadino ha bisogno di un elettricista dovrà controllare il Qr code prima di farlo entrare in casa? Cosa succede con colf e badanti che invece fanno dell'ambiente domestico il proprio luogo di lavoro abituale? E nel caso dello studio di un avvocato, come si controlla?

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L'INTERPRETAZIONE
Un vero e proprio rebus per la cui risoluzione l'esecutivo si è riservato un mese.

L'applicazione del nuovo decreto infatti, non scatterà prima del 15 ottobre. «La norma è volutamente generale e astratta» sottolinea una delle fonti governative che si è fatta promotrice del testo. Per ora, in attesa di specifici protocolli, si gioca sulla linea delle interpretazioni. Per un professionista che lavora a domicilio «la casa è considerata luogo di lavoro» fanno sapere ad esempio dal ministero del Lavoro. Tuttavia è ancora indefinito se «la verifica spetta a chi apre la porta di casa» oppure «tocca all'artigiano autoregolarsi». Cioè se debba essere, magari, l'anziano 80enne che ha telefonato all'idraulico ad impugnare lo smartphone con installata l'app per il controllo (VerificaC19) oppure debba essere il professionista a garantire di essere in regola con la certificazione verde. Peraltro immaginare dei controlli in tal senso, con un pubblico ufficiale che entra in un'abitazione privata per verificare il pass o comminare una sanzione da 600 a 1.500 euro risulta davvero difficile.

 


Meno dubbi invece per quanto riguarda i collaboratori domestici: dovranno esibire il Qr code al proprio datore di lavoro pena la sospensione dell'incarico. L'incertezza però riguarda chi può effettuare i controlli reiterati (tenendo conto che il pass ottenuto con un tampone è valido per 48 ore). Il titolare del contratto d'assunzione, magari il figlio della persone con necessità di assistenza, non è detto che viva nelle vicinanze della casa in cui la badante lavora. In più c'è da considerare che più della metà di questa categoria professionale non ha contratti regolari e 1,1 milioni sono quindi lavoratori in nero su cui la minaccia di sospendere il rapporto di lavoro e la retribuzione non può avere effetto.
Discorso diverso per i liberi professionisti. Un avvocato con uno studio professionale dovrà occuparsi di verificare il pass di tutti i suoi dipendenti (o nominare qualcuno che lo faccia). E i clienti? Non c'è un obbligo predefinito di richiederlo. Dati alcuni precedenti però, dai titolari di diversi bar che a luglio hanno anticipato la misura al medico siciliano che accetta di visitare per controlli solo i pazienti con il pass, non è affatto escluso lo si possa fare.

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