Manovra, assegno unico per i figli da luglio, cig estesa fino a fine anno. Subito decreto anti-Covid

Assegno unico da luglio, 8 miliardi per il nuovo fisco. Subito decreto anti-Covid
di Michele Di Branco
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Domenica 18 Ottobre 2020, 00:48 - Ultimo aggiornamento: 09:46

L’emergenza Covid fa accelerare la legge di Bilancio. La necessità di sostenere il Paese alle prese con la pandemia suggerisce al governo l’idea di varare un decreto legge, da affiancare alla manovra, per anticipare alcune più urgenti. Tra le misure da inserire nel provvedimento, del quale si è discusso nel corso di due vertici di maggioranza che si sono svolti ieri, la proroga della Cig Covid fino alla fine dell’anno per garantire la copertura a chi dovesse esaurirla già da metà novembre. Con la legge di Bilancio si dovrebbero poi prevedere altre 18 settimane, da utilizzare nel 2021, che potranno richiedere anche le imprese che finora non hanno usufruito degli ammortizzatori di emergenza, e che si applicheranno con il meccanismo attuale, che prevede la gratuità dello strumento per le imprese che abbiano registrato perdite oltre il 20%.

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Su questo capitolo, il governo stanzierà circa 3 miliardi di euro. Ieri il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri ha incontrato i sindacati, ai quali ha illustrato le principali linee guida della prossima legge di Bilancio. Il governo stanzierà 8 miliardi a regime per la riforma fiscale che partirà il primo gennaio del 2022. Il primo assaggio, che invece entrerà in vigore a luglio del prossimo anno, sarà l’assegno unico per i figli.

Sarà alimentato da un fondo ad hoc all’interno del quale confluiranno le risorse degli attuali bonus famiglia e che sarà rimpinguato con una dote aggiuntiva che dovrebbe aggirarsi, a regime, intorno ai 6 miliardi, in attesa che il Senato approvi definitivamente, probabilmente entro novembre, la relativa delega. Per il prossimo anno la copertura sarà di 3 miliardi di euro. Ai sindacati Gualtieri ha anche spiegato che per il rinnovo del contratto del pubblico impiego ci saranno 400 milioni, ossia l’intera cifra richiesta dalla Funzione pubblica. Secondo i conteggi del governo si tratterebbe di un aumento del 4% nelle buste paga degli statali. 

Ma i sindacati contestano le cifre e chiedono un altro miliardo. I saldi della legge di Bilancio, già definiti nei giorni scorsi, dovrebbero restare invariati. Il peso complessivo sarà di 40 miliardi e potrà essere sostenuto, oltre che da un anticipo degli aiuti del Recovery Fund, da 23 miliardi di deficit aggiuntivo rispetto al tendenziale. Si tratta dell’1,3% del Pil, che fa passare il disavanzo 2021 dal 5,7 al 7% ed è stato ottenuto con l’ok di Bruxelles. Restano da sciogliere dei nodi all’interno della maggioranza. Il principale riguarda la Sugar Tax e la Plastic Tax. Luigi Marattin ha alzato un fuoco di fila fino a tarda notte, mettendo a nome di Italia Viva il veto sulla legge di Bilancio fino alla cancellazione dei due balzelli. Sul resto l’accordo è fatto. Oltre agli ammortizzatori di emergenza, la manovra dovrebbe riproporre anche un piano di sgravi contributivi per le nuove assunzioni (2-3 miliardi), da rafforzare per i contratti stabili a giovani under 35 e donne, che si affiancheranno al rifinanziamento (5 miliardi) della fiscalità di vantaggio per le regioni del Mezzogiorno, che molti nella maggioranza chiedono di estendere ad altre aree, a partire dalle province di Latina, Frosinone e Rieti. Per le imprese dovrebbe arrivare anche il rafforzamento e la proroga del programma Impresa 4.0 (che sarà ribattezzato “Transizione 4.0”) e anche il superbonus al 110% sulle ristrutturazioni green dovrebbe essere prorogato oltre il 2021.

Sul fronte fiscale il governo agirà su due piste. La prima è l’aumento degli incassi, anche grazie alla compliance ottenuta con il piano “Italia cashless” (che va rifinanziato per circa 1,2 miliardi per ripristinare i 3 miliardi previsti inizialmente per il cashback). La seconda è la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale anche per i redditi tra i 28mila e i 40mila euro, ora finanziato solo fino a fine anno. La riforma dell’Irpef, ha ribadito Gualtieri, passerà attraverso una delega fiscale e sarà operativa dal 2022. Niente fughe in avanti, insomma, anche se con la manovra si procederà intanto a creare un nuovo fondo ad hoc per il taglio delle tasse in cui far confluire tutti gli introiti della lotta all’evasione.
 

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