Statali, in manovra altri 500 milioni per i nuovi contratti. La Cig-Covid anche nel 2021

Statali, in manovra altri 500 milioni per i nuovi contratti. La Cig-Covid anche nel 2021
di Andrea Bassi
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 11:32

Un altro vertice di maggioranza. Un nuovo incontro tra il governo e i capi delegazione dei partiti che lo sostengono per provare a trovare la quadra sulla manovra da 40 miliardi di euro che, come ha confermato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il consiglio dei ministri dovrebbe approvare entro la fine della settimana. Il menù sarà ricco. E nel provvedimento dovrebbe trovare posto anche un nuovo stanziamento di circa 500 milioni di euro per finanziare il rinnovo del contratto di 3,2 milioni di statali suddivisi in quattro comparti: funzioni centrali, sanità, enti locali e istruzione.

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Le risorse

Nel bilancio sono già stati appostati 3,175 miliardi, risorse ritenute insufficienti dai sindacati che chiedono altri 2 miliardi.

Anche perché i fondi disponibili sono già impegnati in parte per il finanziamento del cosiddetto elemento perequativo, l’aumento di 20 euro mensili per i redditi più bassi che nel precedente contratto era stato finanziato “a tempo”, e il riordino delle carriere. I sindacati, che negli ultimi 12 anni hanno ottenuto un solo aumento di 85 euro lordi mensili medi, vorrebbero portare casa un incremento di almeno 100 euro. I 500 milioni tuttavia, potrebbero essere il passaggio necessario quantomeno ad avviare il tavolo delle trattative. Un tavolo al quale dovranno essere affrontati molti altri temi, a partire dalla regolamentazione dello smart working. La manovra partirà con l’invio a Bruxelles del Dpb, il documento programmatico di bilancio, che conterrà i principali capitoli e le risorse del provvedimento del governo.

Sostegni al reddito

Su questo il quadro è abbastanza delineato. Dei 40 miliardi della manovra, 17 saranno finanziati attingendo ai fondi del Recovery plan, mentre gli altri 23 saranno in deficit. Il capitolo più consistente riguarderà il lavoro a cui saranno dedicati una quindicina di miliardi. Circa 5 dovrebbero finanziare una nuova tornata di Cig Covid, questa volta limitata ai settori più colpiti dalla crisi per i quali potrebbe essere anche prorogato il blocco dei licenziamenti. E arriveranno, come ha confermato il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, sostegni al reddito per i lavoratori del turismo e dello spettacolo. Altri 5 miliardi serviranno per prorogare oltre il 31 dicembre lo sgravio del 30% sul costo del lavoro per le imprese del Sud e per introdurre una decontribuzione per i nuovi assunti (50% per tre anni, elevabile al 100% per under 35 e donne). Inoltre dovrebbe essere introdotto un sistema di «staffetta generazionale» per far entrare i giovani nel mondo del lavoro. Inoltre il governo ha intenzione di sterilizzare l’impatto del calo del Pil dovuto al Covid, sulle future pensioni.

Gli aiuti

Ci saranno poi, come ha indicato ieri il vice ministro Laura Castelli, degli aiuti alle imprese più colpite. L’idea sarebbe quella di costituire dei fondi ad hoc nei quali destinare una parte delle risorse della manovra, anche per valutare le evoluzioni della pandemia e non rischiare di lasciare fuori chi potrebbe andare in difficoltà nei prossimi mesi. Il capitolo più complesso resta quello fiscale. Uno dei fondi sarà sicuramente destinato all’avvio dell’assegno unico per i figli che il governo vorrebbe avviare entro la metà del prossimo anno. Per finanziarlo in gioco ci sarebbe anche il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, a cominciare dai benefici fiscali al diesel, e delle detrazioni fiscali. L’idea sarebbe quella di fissare un tetto di reddito oltre il quale gli sconti che il Fisco concede si riducono (i tecnici lavorano a un tetto del 2% di somme detraibili per i redditi a partire da 100 mila euro). Sicuramente ci sarà la conferma (vale 2 miliardi), del taglio del cuneo per i redditi tra 27 mila e 40 mila euro. Sul tavolo c’è anche la cancellazione di una serie di mini-tasse che, complessivamente, valgono 500 milioni: da quella sulla raccolta dei funghi, all’imposta sulle patenti, passando per le emissioni sonore e i diritti per gli archivi notarili. 

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