Manifattura, le imprese "controvento" continuano a rafforzarsi

Manifattura, le imprese "controvento" continuano a rafforzarsi
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Martedì 15 Febbraio 2022, 13:45
(Teleborsa) - Le aziende italiane "controvento", ovvero quelle che sono riuscite a superare la pandemia con slancio e staccando sempre più le altre, sono il 6,5% del totale, generano il 10% dei ricavi e il 16% del valore aggiunto complessivo della manifattura del Paese. È quanto emerge dalla nuova edizione (la terza) della ricerca "Controvento" elaborata da Nomisma in collaborazione con Crif e Cribis, che ha analizzato i bilanci di un campione di 75 mila società. Lo scopo dell'Osservatorio non è elaborare una classifica, ma monitorare e interpretare i cambiamenti del sistema manifatturiero italiano, definendo quanto e in che modo alcuni fattori come la localizzazione geografica, la dimensione, l'appartenenza a determinati settori e la configurazione strutturale all'interno dei settori stessi, garantiscano alle imprese una maggiore capacità competitiva.

Le imprese che navigano "controvento" tra il 2015 e il 2020 hanno visto crescere i ricavi ad un ritmo pari all'8,9% annuo contro il -0,2% fatto segnare dalle "non controvento". Nello specifico, nell'anno dell'esplosione della pandemia le imprese controvento hanno continuato a crescere segnando un ulteriore incremento del volume d'affari, pari a +5,5%, mentre il restante 93,5% del sistema produttivo nazionale ha registrato mediamente un forte calo dell'11,2%. La quota di medie imprese (50-249 addetti) aumenta sostanzialmente di rilevanza all'interno del gruppo controvento, sia per numero di imprese (+68%), sia per i ricavi (+19%). La dimensione delle imprese controvento è anche testimoniata dal dato di ricavi e dipendenti medi, che si attestano rispettivamente a 15 milioni di euro (+26% rispetto alla prima edizione) e 46 addetti (+24,5%).

Nonostante l'incidenza del gruppo di imprese controvento rimanga sostanzialmente la stessa (6,5-6,8% del totale), aumenta negli anni il loro contributo nella generazione dei ricavi complessivi (dal 7,7% al 10%), dell'EBITDA (dal 18,8% al 27,6%), dei dipendenti (dal 7,9% al 9,3%) e del Valore Aggiunto (dal 12,3% al 16,1%). Le 5 regioni in cui si concentra gran parte dell'industria italiana vedono diminuire progressivamente il loro peso sul totale: all'interno del gruppo Controvento, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana ospitano il 69,7% delle imprese e l'80,9% dei ricavi nel 2020, in diminuzione dal dato registrato nel 2019 (72,9% - imprese e 82,1% - ricavi) e nel 2018 (77,6% - imprese e 84,5% - ricavi).

A livello settoriale, nel 2020 hanno spiccato la farmaceutica, il packaging, i produttori di cicli e motocicli, il settore del vetro e della ceramica, della gomma e delle materie plastiche. Per ragioni collegate anche alla diffusione della pandemia, la farmaceutica è il settore che ha visto maggiormente aumentare la propria quota di Controvento sia per numero di imprese (+246%) che di ricavi (+175%). Dalla terza edizione dell'osservatorio si evince che i settori vincenti si rafforzano ulteriormente, mentre quelli perdenti si indeboliscono. La quota di imprese controvento all'interno del settore farmaceutico arriva al 22,6% nel 2020 (era pari al 12,7% nel 2018), mentre nel tessile si passa dal 4,8% al 3,6%. L'agroalimentare è passato dal 3,8% del 2018 al 5,4% del 2020.

Confrontando le tre edizioni dello studio circa la metà delle imprese che formano il gruppo controvento nell'ultima rilevazione sono diverse: il nuovo campione è formato per il 56% da "Debuttanti", per il 27% da "Veterane" (almeno due presenze) e per il 17% da "Super-Veterane" (presenti in tutte tre le edizioni). Le imprese "Super-Veterane" rappresentano circa l'1% del totale delle imprese manifatturiere, sono più strutturate dimensionalmente (ricavi medi pari a 21 milioni di euro), hanno ricavi che crescono a un tasso medio annuo dell'11,3% e un EBITDA Margin del 28%.
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