Delega fiscale, cosa cambia per i contribuenti? Sanzioni più lievi e patto blocca-controlli: tutte le novità

L'intenzione è quella di allineare le sanzioni alla media europea, che oscilla attorno al 60 per cento

Delega fiscale, cosa cambia per i contribuenti? Sanzioni più lievi e patto blocca-controlli
di Andrea Bassi
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Lunedì 17 Luglio 2023, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 19:37

Un patto con il Fisco per evitare i controlli. È una delle principali novità della riforma fiscale del governo firmata dal vice ministro dell'Economia Maurizio Leo, che sta per iniziare il suo secondo giro in Parlamento. Il testo, dopo il primo voto alla Camera, è stato trasmesso al Senato. A Palazzo Madama saranno esaminati proprio gli articoli che riguardano l'accertamento tributario e il sistema delle sanzioni.

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Fisco, patto blocca-controlli e sanzioni più lievi

Partiamo da quest'ultimo.

Leo ha da tempo spiegato quello che pensa delle sanzioni per i mancati versamenti attualmente in vigore. In diversi casi quelle italiane sono "sproporzionate" rispetto a quelle applicate negli altri Paesi europei. Prendiamo per esempio l'omesso versamento dell'Iva. O meglio ancora, il caso di un'impresa che dichiara correttamente l'imposta al Fisco, ma poi magari non riesce a versare il dovuto per problemi di cassa. In Italia in questo caso si rischia una doppia sanzione, sia quella per omesso versamento che quella per infedele dichiarazione. La sanzione può oscillare dal 110 per cento fino al 220 per cento. Il debito con l'Agenzia, insomma, può più che triplicare. Qual è l'idea? L'intenzione della delega è di allineare le sanzioni alla media europea, che oscilla attorno al 60 per cento. 

Ma in realtà il progetto è più articolato. L'intenzione è quella di fare in modo di "intercettare" l'evasione prima che questa si compia. Per una ragione che potremmo definire di razionalità. L'Agenzia delle Entrate non è in grado di effettuare realmente controlli a tappeto. Le percentuali di verifiche su campo sono minime rispetto alle platee. Ma, allora è la domanda, come si fa a intercettare questa evasione? L'idea cristallizzata nella delega è quella di spingere i contribuenti all'adeguamento spontaneo. Prendiamo la categoria delle Partite Iva, dei commercianti, i ristoratori, i negozianti. A loro l'idea di Leo è di proporre un concordato biennale. Funzionerebbe così: il Fisco, grazie alle sue banche dati, fornirebbe alle Partite Iva un conteggio delle tasse da pagare per i successivi due anni. Se il contribuente accetta il conteggio dell'Agenzia, per quel biennio non sarà sottoposto a controlli fiscali. Se giuadagna di più, l'extra se lo potrà mettere in tasca senza che nessuno possa contestargli un'evasione. Se guadagnerà di meno ci perderà. 

Questo sistema ovviamente, funziona tanto meglio quanto più il Fisco è in grado di prevedere con esattezza i futuri incassi delle Partite Iva. La tecnologia in questo senso è sempre più affinata, e l'Agenia delle entrate può anche contare su oltre 2 miliardi di fatture che oggi vengono caricate sulle sue piattaforme. Ma questa "opportunità" del concordato biennale preventivo, almento inizialmente, non sarà data a tutti i contribuenti. Si comincerà soltanto con chi ha un voto alto nelle cosiddette "pagelle fiscali", le Isa, ossia gli indicatori sintetici di affidabilità che hanno sostituito i vecchi studi di settore. L'idea, secondo le prime indicazioni che circolano, sarebbe di permettere il concordato biennale preventivo soltanto a chi ha un voto di almeno 8 su 10.

Per tutti gli altri? L'Agenzia continuerà ad effettuare i controlli e a combattere l'evasione alla vecchia maniera. Ma con alcuni nuovi strumenti. Da un mese a questa parte, per la prima volta, il Fisco ha iniziato a incrociare le numerose banche dati di cui dispone e a usare degli algoritmi basati sull'intelligenza artificiale per intercettare con più precisione gli evasori. Anche questa è una piccola rivoluzione. 

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