Cybersecurity, la ricerca: italiani sempre più preoccupati, ma ancora poco protetti

Cybersecurity, la ricerca: italiani sempre più preoccupati, ma ancora poco protetti
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Martedì 3 Ottobre 2023, 15:06

Dispositivi informatici e sistemi digitali sono sempre più diffusi e utilizzati dagli italiani. Di conseguenza, cresce anche il numero dei cyber attacchi, che diventano sempre più frequenti, sofisticati e complessi, esponendo un numero sempre maggiore di persone al pericolo di subire un furto di dati o della propria identità. 

Secondo quanto emerso dalla ricerca Protezione digitale e cybersecurity, realizzata da Europ Assistance Italia in collaborazione con Lexis Research, sempre più persone dichiarano di conoscere i rischi legati al web: il 55% del campione (+6% rispetto al 2021) ritiene di essere più informato rispetto al passato sui pericoli relativi a virus informatici, malware (51%, +7% rispetto al 2021), phishing (49%, +9% rispetto al 2021), furto di identità (47%, +5% rispetto al 2021) e ransomware (32%, +4% rispetto al 2021).  

Inoltre, il 64% degli intervistati afferma di essere a conoscenza delle soluzioni per proteggere la propria identità, con un aumento del 6% rispetto al 2021. Quelle più utilizzate sono i programmi antivirus/antimalware/antiphishing (34%) e i sistemi di gestione delle password (26%). Nonostante questo, le persone che dichiarano di cambiare frequentemente le proprie password personali sono solo il 41%, dato in linea con il 2021. La ricerca registra anche un aumento della percezione dell’efficacia di metodi di protezione come i sistemi di autenticazione rinforzata o a due o più fattori (62%, +4% rispetto al 2021) e antivirus e antimalware installati sui propri device (60%, +2% rispetto al 2021).  

Sempre più preoccupati 

Aumentano le preoccupazioni rispetto all’utilizzo del web per motivi personali (41%, +5% rispetto al 2021), in particolare nella fascia di età compresa fra i 45 e i 54 anni. Il principale timore è relativo al furto di identità (55%, di cui il 64% nella fascia di età 55-64 anni), seguito dall’essere vittima di un crimine informatico (54%, +5% rispetto al 2021).  

In generale, l’esposizione ai rischi legati alla cybersicurezza e al furto d’identità rappresenta una preoccupazione per oltre il 40% degli intervistati, soprattutto quando si tratta di figli (48%) e genitori anziani (44%). Le preoccupazioni più diffuse rispetto all’uso del web da parte dei figli riguardano in particolare il furto di dati personali (55%), l’adescamento online da parte di predatori sessuali (54%) e gli atti di cyberbullismo (53%).  

Ulteriori timori sono relativi al furto di informazioni della carta di credito (58%) e alla violazione del conto bancario (58%) quando si effettuano pagamenti e acquisti online oltre al rischio di una violazione della privacy delle proprie e-mail (47%). 

Cyber attacchi in aumento

La ricerca evidenzia che oltre il 30% degli intervistati è stato vittima di un attacco ai propri dati personali o conosce persone che ne sono state vittima, con il 47% degli episodi registrati nel corso dell’ultimo anno.  

Le tipologie di violazioni più diffuse sono la ricezione di e-mail sospette e gli attacchi di phishing, seguiti da telefonate indesiderate, furto di identità e di informazioni relative alla carta di credito.

Il 77% degli intervistati (+6% rispetto al 2021) considera gli attacchi ai dati personali eventi rilevanti e altamente stressanti, ma solo il 9% è preoccupato per sé stesso e il 10% per i propri figli o il proprio coniuge, mentre il 13% ritiene maggiormente esposti agli attacchi informatici i propri familiari anziani. 

Le strategie più usate per proteggersi dai cyber crimini includono la fiducia verso la propria banca e il circuito delle carte di credito (in aumento rispetto al 2021), seguita dalla consapevolezza che per difendersi è necessario l’aiuto di un esperto (50%), anche se il 40% è convinto di poterlo fare da solo. 

Abitudini di utilizzo

Smartphone (52%) e pc (48%) rimangono i dispositivi maggiormente utilizzati dagli adulti in Italia, per oltre due ore al giorno, in linea con quanto accadeva prima della pandemia, a significare un ritorno alle abitudini pre-Covid. 

In particolare, le attività maggiormente svolte sono: navigare su Internet (93%), inviare e ricevere e-mail (83%), usare i servizi di messaggistica istantanea, per esempio Whatsapp (80%), e i social network (70%). Diminuiscono l’uso dei forum online, dei servizi di home banking, delle risorse per scaricare film e musica e lo shopping e il trading online. 

Il dispositivo preferito dei giovani di età inferiore ai 18 anni è lo smartphone, che viene utilizzato per più di 2 ore al giorno dal 44% del campione (+9% rispetto al 2021). 

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