Bonus luce e gas, «fuori dalle bollette per i redditi bassi»: in arrivo nuovi scaglioni in base all'Isee

Il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini: «Il costo degli aiuti sia a carico dello Stato. L’impegno finanziario è di un miliardo»

«Luce e gas, bonus ai redditi bassi fuori dalle bollette»
di Roberta Amoruso
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Martedì 11 Luglio 2023, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 22:35

Cambia il bonus sociale luce e gas, sempre più mirato ai redditi bassi. È ufficiale. Saranno definiti entro fine anno i nuovi scaglioni di accesso allo sconto a secondo del reddito Isee (oggi 15mila euro per i nuclei con meno di 4 figli e 30mila per chi ha più di 4 figli). E il nuovo modello, con platea ampliata, garantirà livelli più alti di sconto per i livelli più bassi di Isee. A tracciare la rotta di una riforma cara al governo è il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nel corso dell’illustrazione della tradizionale relazione annuale. Ma attenzione, l’idea è che da ora in poi il costo del bonus non gravi più sulle altre famiglie, quelle non coinvolte dagli aiuti, secondo lo schema applicato finora, fatta salva la “componente integrativa” finanziata dal governo in tempi di emergenza. 


Quest’anno è atteso un incremento della platea delle famiglie che beneficeranno del bonus luce e gas fino a circa 7,5 milioni di nuclei complessivamente, spiega il presidente facendo il punto su una misura cruciale per alleviare il costo delle bollette di luce e gas in piena impennata dei prezzi.

Ma ora che i prezzi si sono ridimensionati (ieri il gas sotto i 30 euro per megawattora sul Ttf di Amsterdam) tornando a livelli di quasi normalità, è anche il costo di questi bonus si tolto tra gli oneri in bolletta, puntualizza il presidente. Una manovra che si giustificherebbe «sia per la loro chiara finalità sociale, sia per l’impatto che si determinerebbe sugli altri consumatori al ripristino degli oneri relativi all’ampliamento della platea degli aventi diritto». A quale costo per lo Stato? «Se a partire dal 2024 si ripristinassero le normali condizioni di erogazione del bonus (pari al 305 del costo annuale per il settore elettrico e del 15 per il settore gas)», spiega, «con assunzioni prudenziali sulla platea questo determinerebbe un onere per la finanza pubblica di circa un miliardo». Un conto che si confronta con i 4,4 miliardi spesi per i bonus nel 2022 grazie a un rafforzamento dei sussidi pari a 3,8 miliardi.


L’ALLERTA SUI MERCATI
Guai, però, ad abbassare la guardia: «I mercati energetici sono ancora tesi», avverte il presidente. L’anno scorso sono stati risparmiati 7,5 miliardi di metri cubi di gas, grazie alle temperature miti ma anche abbassando di qualche grado il riscaldamento. Ora «va a alzato di qualche grado il termostato dei condizionatori», ha detto chiaramente ribadendo il ruolo cruciale del risparmio energetico. Perché non va dimenticato il costo salato dell’emergenza, per il presidente Besseghini. Non solo bollette alle stesse, nonostante i 3 miliardi risparmiati dai clienti in regime di tutela grazie alla ridefinizione dei criteri di determinazione delle tariffe del gas. «Non indifferenti» sono anche le minusvalenze a carico dello Stato che si è sobbarcato il costo esorbitante degli stoccaggi.
 

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