Bollette: spunta un tesoretto da 3,5 miliardi contro caro-energia

Dalle prossime aste CO2 il governo stima di ricavare quasi il doppio dell’anno scorso

Bollette: spunta un tesoretto da 3,5 miliardi contro caro-energia
di Roberta Amoruso
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Domenica 6 Febbraio 2022, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 12:18

Ci penseranno le aste C02, quelle finanziate da chi deve acquistare i permessi per inquinare, a far spuntare un altro tesoretto da sfruttare per tagliare le bollette anche nel secondo trimestre dell’anno. La caccia alle risorse per tamponare il caro-energia non si è mai fermata per il governo. Appena chiuso il cantiere per tamponare i costi stellari anche per le imprese medie e grandi con l’azzeramento degli oneri di sistema, lo sguardo è già al secondo trimestre. Perché a fine marzo arriverà il nuovo aggiornamento delle tariffe di luce e gas da parte dell’Arera e non c’è da stare tranquilli con il gas a 84 euro per megawattora. E allora si allarga sempre di più il coro delle imprese messe in ginocchio. E diventa sempre più pressante quella parte della maggioranza, tra Lega e M5S, convinta che si debba mettere mai che affronti davvero l’emergenza con un provvedimento monstre da 30 miliardi. Qualcosa che -secondo queste forze politiche - può passare soltanto da uno sostanzioso scostamento di bilancio.

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Le aste

Intanto, l’asse tra Mite, Mef e Palazzo Chigi sa che potrà contare quest’anno su un gruzzoletto insperato soltanto fino a qualche mese fa. «Da dicembre scorso i prezzi della C02 si sono attestati intorno a 80 euro per tonnellata, un livello pressoché triplo rispetto ai circa 30 euro di gennaio 2021», spiega la relazione tecnica allegata al Decreto Sostegni Ter che ricorda come i mercati a termine a incorporano una «sostanziale stabilità a quota 81 euro». È sulla base di questi valori che il governo ha dunque ipotizzato un gettito che può sfiorare i 3,5 miliardi, con un minimo stimato a circa 3 miliardi, considerando un prezzo minimo di 69 euro per tonnellata e i 42 milioni di quote che saranno assegnate all’Italia per l’anno. Si tratta di una sorpresa non da poco, visto che come ricorda un dossier di analisi del senato sull’argomento, nel 2020 l’Italia ha incassato poco più di 1,2 miliardi e che nei primi nove mesi del 2021 si è arrivati a 1,8 miliardi. Per superare quota 2 miliari a fine anno.
Non è finita qui. A ben vedere le stime 2022 definite «prudenziali» dallo stesso governo, sono già superate dagli ultimi dati dei future sui mercati a termine che guardano ai prossimi mesi: la scadenza a dicembre vede la C02 a 97 euro, vicina agli oltre 100 euro stimati dai tecnici Ue. Vuol dire che potrà facilmente superare il 4 miliardi il tesoretto potenziale per finanziare l’azzeramento dei oneri di sistema e lo sconto per le imprese energivore. Una riserva che, va ricordato, finanzierà già per 1,6 miliardi i tagli da gennaio a marzo. 
Certo, sulla carta i proventi delle aste C02 dovrebbero essere destinati alle rinnovabili, ma una comunicazione di ottobre 2021 della Commissione Ue, ricorda il senato, prevede la possibilità «di aiutare chi è più a rischio nel pagamento delle bollette finanziando il sostegno sociale con i ricavi del sistema Ets».

Ma anche di «adottare misure per le industrie in conformità con gli aiuti di Stato», a patto che non siano «discriminatorie». 

Lo scostamento

Quanto alla possibilità che il Parlamento autorizzi un ampliamento del deficit per ulteriori misure, Palazzo Chigi e Mef stanno per ora resistendo alle pressioni. Un nuovo scostamento di bilancio in questa fase viene ritenuto inopportuno: anche se il 2021 si chiuderà bene per i conti pubblici, ci sono preoccupazioni per un rallentamento della crescita, che potrebbe avere conseguenze negative anche sul bilancio pubblico. Se ne riparlerà semmai ad aprile nell’ambito del Documento di economia e finanza (Def). «Bisogna essere estremamente attenti, e fare scelte di ricomposizione della spesa», ha detto ieri a La7 il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.
 

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