Benzina, prezzi ancora su: pressing per tagliare le tasse, ma le accise non caleranno

La spinta a impiegare i profitti extra per abbassare le accise. Con l’esodo di Ferragosto lo Stato incasserà 2,2 miliardi

Benzina, prezzi ancora su: pressing per tagliare le tasse, ma le accise non caleranno
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 18 Agosto 2023, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 07:59

Stop al caro benzina. Contro gli aumenti alla pompa scendono in campo parlamentari e associazioni dei consumatori. In attesa dello scontro politico in Aula, il Codacons annuncia una denuncia indirizzata al ministero dell’Economia. Nel mirino i 2,2 miliardi di euro di incasso per lo Stato provenienti dalle accise grazie all’esodo di Ferragosto. Un extra profitto che stando a quanto previsto dal decreto trasparenza dei prezzi dei carburanti andrebbe reinvestito a favore della cosiddetta accisa mobile: questo meccanismo è stato introdotto con la Finanziaria del 2008 e in pratica prevede di ridurre gli aumenti eccessivi sfruttando i maggiori guadagni dello Stato legati all’Iva record. Insomma, denunce e controlli non sono bastati finora ad arrestare il rialzo del prezzo della benzina in autostrada. 


I DATI
Dall’aggiornamento del Mimit emerge infatti che la verde in self è salita in media a 2,019 euro al litro in questi giorni.

Il 14 agosto era a 2,015 euro. Sopra la soglia di allarme anche il costo del gasolio, ora a 1,928 euro al litro (l’asticella prima di Ferragosto si fermava a 1,921 euro al litro). Fra le regioni dove il caro carburanti picchia più duro troviamo la Puglia, a 1,969 euro a litro, mentre il livello più basso si riscontra nelle Marche (1,924 euro). Trema persino il carrello della spesa, visto che in Italia l’88% delle merci che atterranno sugli scaffali dei negozi viaggia su strada, ricorda la Coldiretti. Tradotto: al ritorno dalle ferie gli aumenti si rifletteranno pure sul costo della spesa al supermercato. 


IL POSSIBILE TAGLIO
Per Federcontribuenti il prezzo della benzina può calare di 20 centesimi senza conseguenze negative per le casse dello Stato. L’associazione spiega: «Su due euro di costo al litro della verde il totale delle accise arriva a 98 centesimi, a cui viene applicata un’imposta sul valore aggiunto di 20 centesimi. Una tassa sulle tasse».

All’attacco i partiti dell’opposizione. Chiedono che fine abbia fatto il taglio delle accise promesso dal governo in campagna elettorale. «Era prevedibile il flop dei cartelli con il prezzo medio. A perderci sono ancora e sempre le tasche degli italiani», così Mariolina Castellone, senatrice del Movimento 5 Stelle e vicepresidente dell’aula di Palazzo Madama. Altrettanto dura la presa di posizione dei dem. «Le misure contro il caro carburanti varate dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi», ha commentato il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani.

Sono sul piede di guerra pure i distributori. «A noi non conviene che il pezzo della benzina sia così alto, il guadagno è lo stesso ma i costi per lo stoccaggio sono più salati». Più nel dettaglio, grazie all’effetto combinato dell’esodo di Ferragosto e del caro carburanti lo Stato dovrebbe riuscire a portarsi a casa un tesoretto pari a 2,275 miliardi di euro: 1,51 miliardi provenienti dalle accise e 762 milioni dall’Iva. Queste le stime di Assoutenti. «Nel 2022, dopo i lockdown, la rete ordinaria ha incrementato l’erogato del 2% rispetto al 2019, mentre l’autostrada ha perso circa il 20%», evidenzia Massimo Terzi, presidente nazionale di Anisa-Confcommercio.

Anche il numero uno dell’associazione che raggruppa i gestori delle aree di servizio carburanti della rete autostradale fa pressing affinché lo Stato applichi il meccanismo dell’accisa mobile. E poi chiede al governo di concentrarsi sul piano di ristrutturazione delle rete di distribuzione dei carburanti. «Il piano di ristrutturazione della rete autostrade è fermo. Oggi è in funzione in Italia un impianto ogni 50 chilometri di autostrada: ne andrebbero chiusi almeno 400. In questo modo le compagnie aumenterebbero il loro tasso di produttività e risparmierebbero sui costi di gestione. E i prezzi al consumatore si abbasserebbero», spiega Terzi. E ancora. «Il margine del gestore autostradale sulla vendita di un litro di benzina è fisso ed è sempre pari a 8 centesimi, questo significa che al momento quasi tutti gli operatori del sedime autostradale risultano in perdita».  
 

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