La Bce lascia i tassi invariati ma avvisa: «L'inflazione tornerà a crescere nel breve periodo». Resta il nodo mutui

La Bce si attende che la crescita economica resti contenuta nel breve periodo

La Bce lascia i tassi invariati ma avvisa: «L'inflazione tornerà a crescere nel breve periodo»
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Nessuna sorpresa dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce che ha deciso - come già la Fed e la Bank of England - di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento. Ma nella nota che annuncia la scelta l'Eurotower osserva come «l'inflazione, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo».

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La Bce si attende che la crescita economica resti contenuta nel breve periodo.

Oltre questo orizzonte, l'economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell'incremento dei redditi reali - poiché le famiglie beneficiano del calo dell'inflazione e dell'aumento delle retribuzioni - e del miglioramento della domanda esterna. Pertanto, le proiezioni degli esperti dell'Eurosistema indicano un aumento della crescita da una media dello 0,6% nel 2023 allo 0,8% nel 2024 e all'1,5% sia nel 2025 sia nel 2026. La Bce reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del Programma di acquisto per l'emergenza pandemica (Pepp) soltanto nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell'anno il consiglio direttivo intende ridurre il portafoglio del Pepp di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell'ambito di tale programma alla fine del 2024. Lo ha deciso il board della Bce.

LAGARDE E I MUTUI

«Non abbiamo parlato per niente di taglio dei tassi»: lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, al termine della riunione del Consiglio direttivo a chi gli chiede delle attese del mercato per una riduzione nella prima metà del 2024. Sull'inflazione «dobbiamo abbassare la guardia? Ce lo siamo chiesto. No, non dovremmo assolutamente», ha aggiunto, spiegando che la Bce resta «dipendente dai dati» e che sull'inflazione di fondo servono più dati che arriveranno nei prossimi mesi, perché c'è una componente che fatica a calare. «Nonostante la Bce abbia lasciato i tassi di interesse invariati al 4,50%, gli italiani continuano a pagare il conto dei continui aumenti delle rate mensili scattati negli ultimi due anni, al punto che per un mutuo a tasso variabile di importo medio la maggiore spesa si attesta a quasi +4.400 euro annui». Lo afferma il Codacons, commentando la decisione odierna della Bce. «Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo piu richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile e salita complessivamente negli ultimi due anni tra i +270 e i +365 euro per effetto di tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2022 - analizza il Codacons -. Questo significa che una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile si ritrova a spendere oggi in media tra i +3.240 e +4.380 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021 come conseguenza delle politiche monetarie imposte della Banca Centrale Europea». «Le famiglie italiane fanno sempre piu fatica a pagare le rate del mutuo - denuncia il presidente Carlo Rienzi -. Basti pensare che nel 2023 sono circa 200mila i nuclei che hanno saltato una o piu rate del mutuo a tasso variabile, proprio a causa dei costanti rialzi dei tassi che impattano come un macigno sulle tasche dei cittadini».

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