Banche, studio Uilca: un amministratore delegato guadagna 44 volte un dipendente

La sede della Banca d'Italia
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Martedì 5 Maggio 2020, 20:43
L'amministratore delegato di una banca italiana guadagna in media 44 volte lo stipendio di un suo dipendente, stimato in 28mila euro. È quanto emerge da una indagine sulle retribuzioni dei manager del credito in Italia realizzata dalla Uilca e dal Centro Studi Orietta Guerra, diretto da Roberto Telatin. Il rapporto è invariato per il terso anno consecutivo. La ricerca monitora costantemente l’andamento degli emolumenti dei capiazienda delle principali banche italiane.

Nel 2019 le retribuzioni degli amministratori delegati hanno registrato un aumento complessivo dello 0,8% sul 2018 mentre i compensi dei presidenti, essenzialmente costituiti da parte fissa, hanno segnato una crescita dello 0,2% e il rapporto tra stipendio medio dei presidenti e lavoratori è pari a 17 volte. L'utile netto complessivo delle principali banche italiane nel 2019 è sceso invece a 8,19 miliardi dai 9,3 miliardi dell'anno precedente.

Il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, ricorda lo studio, nel 2019 ha rinunciato a 1 milione di euro maturato come premio rinvenente dal sistema incentivante mentre Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit, ha già annunciato di rinunciare al premio a favore di Unicredit Foundation. 


«La difficile situazione economica e sociale creatasi in Italia a causa del Covid-19 avrà pesanti riflessi sull'occupazione e sulla produzione e accrescerà ancora di più le disuguaglianze sociali ed economiche», osserva Telatin.
Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, «in un mondo in cui tutti dicono nulla sarà più come prima dovremmo immaginare dei nuovi indicatori cui legare gli obiettivi dei bonus aziendali, che considerino i tempi difficili da affrontare e i cambiamenti sulle persone nei loro modi di scegliere i consumi e gli investimenti e che influiranno poi sugli utili aziendali. Stiamo costruendo una società nuova per sopravvivere al Covid-19 e dovremmo evitare che nelle aziende i collaboratori siano da tutelare solo perché servono per far riaprire le imprese, mentre di loro ci si dimentica quando si ripartiscono gli utili che hanno contribuito a produrre, mettendo a rischio la propria sicurezza e salute».


 
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