è da tempo un partner consolidato di Atlantia (è nel capitale con una quota pari all'8,14%) e dei suoi azionisti di
riferimento, la famiglia Benetton.
La chiusura dell'operazione, spiega Atlantia, «è attesa per la prima metà del 2020 a valle di un'offerta pubblica sul restante 30% del capitale che è oggi in mano a fondi pensione messicani». Atlantia, tramite Abertis, «controllerà e
consoliderà integralmente la società messicana».
L'acquisizione, commenta il presidente di Atlantia Fabio Cerchiai, «espande ulteriormente la presenza del gruppo Atlantia nel mondo e in particolare nei paesi ad alto potenziale di crescita, rafforzando la strategia di focalizzazione di Abertis nei paesi del Centro e Sud America». E contribuisce così, aggiunge, «a rimarcare il ruolo di Atlantia quale leader globale nel campo delle infrastrutture».
Abertis, che indica di restare pronta a cogliere eventuali altre future opportunità di crescita, porta così il suo
portafoglio di concessioni autostradali a quasi 9.500 chilometri in Europa, Asia, America del Nord e del Sud (dove prima del Messico era già presente in Argentina, Cile, Brasile, Colombia e Porto Rico) e Asia.
Il numero uno di Abertis, Josè Aljaro, ha commentato: «Questo acquisto rappresenta una importante opportunità di crescita per il gruppo Abertis che entra così in un Paese che ha fortemente promosso il modello del partenariato pubblico-privato. L'accordo - prosegue il manager - è stato possibile grazie al sostegno dei nostri azionisti,
Atlantia, Acs e Hochtief».
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