Anas-Bonsignore, ora la Gdf indaga sui rimborsi facili

di Michela Allegri
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Venerdì 20 Agosto 2021, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 18:52

Rimborsi a tanti zeri per realizzare progetti infrastrutturali importanti e mai portati a termine. Sul caso Anas-Bonsignore, ora indaga la Guardia di finanza di Roma. La Corte dei conti del Lazio, che dopo le rivelazioni del Messaggero ha aperto un fascicolo sugli indennizzi milionari ottenuti dal gruppo che fa capo a Vito Bonsignore per una serie di lavori commissionati e mai eseguiti, ha delegato i militari a stilare una prima informativa sulla vicenda. Il prossimo passo sarà l'acquisizione dei documenti relativi ai pagamenti e ai contratti nella sede dell'Anas e anche presso il ministero delle Infrastrutture.

Poi i magistrati dovrebbero procedere con una richiesta di chiarimenti.

Il sospetto è che la vicenda abbia contorni non chiari e possa nascondere un danno importante per le casse pubbliche. Il titolare del fascicolo è il pm Massimo Perin.

ANAS si affida a SAP per la gestione dell'intero ciclo di vita dei suoi progetti

Gli accertamenti sono sui pagamenti alla Sarc, l'azienda dell'imprenditore siciliano che un anno fa ha ottenuto 36 milioni di euro direttamente dall'ente delle strade, che ha rilevato dal gruppo privato il progetto della quattro corsie a pedaggi tra Ragusa e Catania mai realizzata. Ma si indaga anche sui 180 milioni chiesti dalla Ilia Or.Me - sempre di Bonsignore - per rilevare i progetti dell'autostrada Orte-Mestre, un piano da 10,3 miliardi di euro che ha lo scopo di collegare l'Italia Centrale a Venezia. Indennizzi pesantissimi per una serie di lavori commissionati e mai eseguiti, ottenuti sulla base di una norma inserita con modalità anomale nel Milleproroghe del 2019 e successivamente adottata da una delibera del Cipe del 2020.

FARO SULLA NORMA

La norma in questione - la cui applicabilità verrà verificata dai magistrati - autorizza i pagamenti ai privati che non riescono ad avviare i cantieri, nonostante abbiano ottenuto le concessioni. Nel testo si legge che all'Anas viene consentito di «acquistare gli eventuali progetti elaborati dal concessionario previo pagamento di un corrispettivo determinato avendo riguardo ai soli costi di progettazione e ai diritti sulle opere dell'ingegno». A distanza di 4 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta, il 29 febbraio 2020, il Cipe aveva consentito alla Sarc di incassare i 36,4 milioni per il progetto dell'autostrada siciliana che era praticamente irrealizzabile.

La società avrebbe infatti dovuto reperire 448 milioni di fondi privati per realizzare una strada dai costi quasi doppi, ammortizzabili con 35 anni di pedaggi. Il costo al casello, per 66 chilometri di tratta, sarebbe stato di circa 18 euro. I cantieri della Ragusa-Catania, quindi, sotto la gestione della Sarc erano rimasti incagliati, nonostante la concessione affidata all'azienda per la realizzazione della tratta in project financing e per la futura gestione. L'accordo con Anas era scattato sotto i governi Conte: la Sarc è stata pagata per cedere il progetto definitivo - poi modificato da Anas - e lasciare posto alla gestione pubblica. Sono i passaggi sui quali ora dovrà fare chiarezza la Guardia di finanza di Roma.

Va segnalato che il caso dei rimborsi milionari per tratte autostradali mai realizzate è finito anche sotto la lente del ministero, in un dossier che ora è sul tavolo del ministro Enrico Giovannini; mentre il governo ha tentato di accelerare i tempi per sostituire l'amministratore delegato Massimo Simonini.

CAMBIO DELLA GUARDIA

In lizza c'era Ugo De Carolis, ex numero uno di Aeroporti di Roma ed ex manager del gruppo Atlantia. Per la presidenza era stato scelto Edoardo Valente, generale proveniente dalla Guardia di Finanza, ma la nomina per il momento non è andata a buon fine. Sul nome di De Carolis si è infatti è scatenata una bufera di dichiarazioni politiche - dal Pd alla Lega, fino ai 5Stelle - che hanno spinto il manager a «ritirare la disponibilità ad assumere l'incarico, anche in considerazione della rilevanza strategica di Anas in un momento particolarmente difficile in cui è richiesta serenità e collaborazione di tutti per permettere al Paese di uscire il prima possibile dall'emergenza», ha precisato il manager.

L'ente, infatti, dovrà gestire le ingenti risorse del Pnrr. Nel mirino è finito il passato manageriale di De Carolis, ex amministratore delegato di Aeroporti di Roma, società del gruppo Atlantia, che aveva lasciato nell'aprile del 2020 per non farsi coinvolgere nelle polemiche che avevano colpito il gruppo. Adesso Palazzo Chigi, insieme al Tesoro e alle Infrastrutture, dovrà individuare un altro candidato.

 

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