«Se necessario», aggiunge, si tratta di prevedere «interventi ad hoc», forse anche legislativi, per agevolare gli esuberi del settore bancario tramite «gli ammortizzatori sociali», spiega Rossi partendo dal presupposto che «in non pochi casi saranno inevitabili interventi sul personale», utilizzando «il pensionamento anticipato finanziato dal fondo di solidarietà del settore per il quale è stata ampliato l’utilizzo».
Proprio così, non c’è altra strada, lascia intendere il direttore generale visto che «il problema dei problemi delle nostre banche è la bassa redditività, aggiunge Rossi. Di pari passo va il secondo capitolo cruciale del settore bancario: quello delle aggregazioni «da facilitare, soprattutto fra banche di media dimensione dove le possibilità di sfruttare sinergie di costo e diversificare le fonti di ricavo appaiono più elevate», rileva Rossi.
Sullo sfondo rimangono gli altri nodi irrisolti, ma gestibili del sistema bancario. A partire dall’ampio fardello di crediti deteriorati. «Sebbene il deterioramento della qualità dei prestiti abbia mostrato di recente un rallentamento e siano state avviate prime operazioni di cessione delle sofferenze», chiarisce Rossi, «lo smaltimento dello stock di crediti deteriorati richiederà inevitabilmente tempo».
Infine il capitolo delle quattro good bank (Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara). Si tratta di un tema «compless». Ma «ci sono ipotesi e strumenti per trovare una soluzione positiva, a questi problemi, diversi dalla liquidazione», rassicura il direttore generale di Bankitalia rispondendo a chi gli chiede le possibili alternative in caso di fallimento della procedura di cessione degli istituti. Bocche cucite sul resto: «C’è la massima riservatezza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA