Ci siamo così organizzati per offrire nuovi sbocchi occupazionali ai tanti giovani infermieri italiani. Il lavoro bisogno cercarlo dove c'è, anche se questo comporta il sacrifico (ma anche l'opportunità) di doversi spostare in una città europea». «La vera difficoltà -si legge ancora nella nota- non è nel trovare lavoro a questi giovani, ma nel coprire le tante richieste che arrivano. L'obiettivo è rendere più fluido possibile l'incontro tra le crescenti richieste che giungono soprattutto dall'Inghilterra e le ambizioni dei giovani infermieri italiani ancora disoccupati». «Il paradosso, in questo periodo, è la difficoltà di far fronte alla grande richiesta di infermieri -spiegano ancora dall'agenzia per il lavoro- soprattutto per limiti legati alla conoscenza della lingua inglese. Ad oggi solo il 15% delle richieste che pervengono dalle strutture sanitarie inglesi vanno in porto. E, com'è ovvio, si tratta di tante occasioni perse perché inevitabilmente sono coperte da giovani provenienti da altri Paesi. Le opportunità, quindi, ci sono e di qualità ma l'unica barriera, se così si può dire, è la conoscenza della lingua inglese e per alcuni la volontà di non spostarsi all'estero».
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