Secondo un report interno, pubblicato dalla banca, è emerso che tra il 2007 e il 2015 l'istituto non è stato sufficientemente efficace nell'evitare che la sua filiale in Estonia venisse utilizzata per riciclaggio di denaro, in larga parte da clienti provenienti dalla Russia.
I vertici della banca hanno ammesso operazioni sospette per oltre 200 miliardi di dollari. Dopo la pubblicazione dell'indagine interna e l'ammissione delle colpe, l'amministratore delegato Thomas Borgen si è dimesso.
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