Postine e manager: a 160 anni dalla fondazione Poste in prima linea nell'empowerment femminile

Postine e manager: a 160 anni dalla fondazione Poste in prima linea nell'empowerment femminile
di Valentina Venturi
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 20:56

Maria Vitale che s’alza troppo presto perché in casa non hanno l’orologio, Giulia Scarano innamorata di Mimì, Sofia Magliano e l’uncinetto, Maria Morra che vorrebbe fare l’attrice, Maria Immacolata Santaniello la svogliata, Serafina Casale col suo citrato di ferro per combattere l’anemia. Sono loro le protagoniste di una delle più realistiche novelle di Matilde Serao, “Telegrafi di Stato”, anno 1886. Un racconto in presa diretta giacché la grande scrittrice fu una delle prime telegrafiste assunte delle Regie Poste che già nel 1863 si erano aperte al lavoro femminile. Due anni dopo, quando ancora Garibaldi e i bersaglieri erano ben lungi da Roma, c’erano impiegate e portalettere: 500 nel 1881, 3.000 nel 1901 e 8.000 nel 1911. Nel 1918 tra di loro c’era una giovanissima Teresina Gramsci, sorella di Antonio, che partecipò attivamente anche al primo sciopero. Oggi, a 160 anni dalla sua fondazione, le Poste sono ancora in prima linea per l’empowerment femminile: oltre la metà della forza lavoro di Poste Italiane è rappresentata da donne (53%) con una presenza del 44,4% tra i componenti del cda, del 46% tra quadri e dirigenti e del 59% tra i direttori di ufficio postale. La forza di Poste? Le donne portalettere: sono infatti 13.451, pari al 42% dell’organico del settore. Ma se osservata attraverso una lente d’ingrandimento, la percentuale di donne c-level top management è del 17,9%, mentre i consulenti finanziari al femminile sono il 65%. E al vertice della piramide la presidente del Gruppo Bianca Farina, Francesca Sabetta, amministratrice delegata di Welfare Servizi, la società che si occupa dei servizi del mondo sanitario, e Laura Furlan, direttrice generale di PostePay spa.

I PILASTRI

 Ecco allora che valorizzazione, diversità e inclusione sono i reali pilastri della strategia di crescita del Gruppo definita anche attraverso il piano “2024 Sustain & Innovate Plus”, presentato dall’ad Matteo Del Fante.

Un piano che con “24SI Plus” Poste Italiane vuole mettere in moto un processo di cambiamento che coinvolga direttamente le persone, affinché raggiungano una piena espressione delle proprie potenzialità anche attraverso relazioni di ascolto e fiducia, ambienti di lavoro inclusivi e il miglioramento del funzionamento organizzativo. In particolare “24SI Plus” punta a rafforzare i sistemi gestionali per lo sviluppo professionale delle donne e a rimuovere potenziali ostacoli alla parità di genere, inclusi quelli legati all’orientamento sessuale e agli effetti della violenza di genere.

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 Non solo nel Piano Diversity & Inclusion ci sono oltre 10 progetti a sostegno dell’equità di genere. E c’è un preciso sostegno per le madri: durante il congedo di maternità Poste eroga il 100% di retribuzione per tutti i 5 mesi di astensione dal lavoro rispetto all’80% previsto dalla legge. Come, invece del 30% della retribuzione per i congedi parentali per madri e padri, Poste garantisce l’80%. E a parte gli asili nido aziendali a Roma e a Bologna, per conciliare lavoro e genitorialità è stata lanciata l’iniziativa “Lifeed” programma digitale mirato al rafforzamento delle competenze. Le politiche di parità di genere di Poste Italiane sono state premiate con l’ingresso tra le prime 19 nella classifica globale Top 100 stilata da Equileap per aver superato il dislivello salariale di genere in ogni fascia retributiva. Ma non basta. Per il terzo anno consecutivo Poste Italiane è presente nel Gender-Equality Index (GEI) 2022, l’indice internazionale che valuta la qualità delle iniziative aziendali per l’eguaglianza e l’inclusione. Anche riguardo il critico tema della violenza di genere, la politica aziendale si rifà all’accordo quadro sulle molestie e violenze di genere, disponendo di un comitato Whistleblowing, a cui si affianca il presidio organizzativo “People Care and Diversity Management”. Scelte concrete come aver messo a disposizione 10 alloggi, appartenenti al patrimonio immobiliare del Gruppo, da riservare a donne con figli minori che vivono nel disagio. L’iniziativa, che segue quella del 2019 con le associazioni Di.Re. e Differenza Donna, include circa 40 donne, tra cui anche dipendenti vittime di violenza. Un impegno concreto nel solco della politica aziendale di Poste italiane in materia di tutela e protezione dei Diritti umani.

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