Il mondo piange Leila Mustafa: la sindaca di Raqqa, ex ‘capitale’ dello Stato islamico in Siria, è morta a Damasco per le complicanze di un intervento chirurgico. La donna, 35 anni, era diventata famosa per l’assegnazione, nel 2021, del premio speciale della giuria Miglior Sindaco del Mondo della City Mayors Foundation. Dal 2004 il think tank, con sede a Londra, conferisce il prestigioso riconoscimento per l’operato dei primi cittadini, dalle metropoli ai piccoli villaggi, e il loro impegno a stretto contatto con le comunità locali.
Ingegnere civile, fiera di non portare il velo, appartenente alla minoranza curda, Leila Mustafa ha guidato Raqqa dal 2017, dopo la caduta dell’Isis, facendo rinascere una città annientata dalla furia degli islamisti e diventando il simbolo della convivenza pacifica tra etnie e religioni.
Sono passati pochi anni eppure sembra una vita fa, ma Leila Mustafa, nonostante la popolarità arrivata con il premio, ha sempre mantenuto un basso profilo, pragmatico, impegnata sul territorio. Fino alla notizia della sua morte arrivata dai media curdi. E colpiscono i messaggi di cordoglio di tanti uomini, con cui lei aveva combatto fianco a fianco per liberare Raqqa dall’Isis. Tra le parole usate per ricordarla quelle che spiccano di più sono “donna libera”, la sua vera forza grazie alla quale è riuscita a dare speranza alla sua città.