Grillo "assolve" il presunto stupro del figlio. Grilline in rivolta: «Fa un torto a tutte le donne»

Grillo "assolve" il presunto stupro del figlio. Grilline in rivolta: «Fa un torto a tutte le donne»
di Mario Ajello
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Martedì 20 Aprile 2021, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 11:56

Le donne, anche quelle del Pd, non hanno apprezzato affatto i toni e i contenuti, tra giustizialismo e maschilismo, del video di Grillo. Da Italia Viva, Maria Elena Boschi è indignata: «Grillo ci spiega che ci sono due pesi e due misure nelle vicende di giustizia, le regole che valgono per la sua famiglia e quelle che valgono per gli altri. Caro Grillo ti devi semplicemente vergognare». E ancora: «Il suo è un video scandaloso, non sta a me dire chi ha torto e chi ha ragione, per quello ci sono i magistrati ma che Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso». E ancora: «Usa parole piene di maschilismo, quando dice che la ragazza è sostanzialemnte una bugiarda perché c'ha messo 8 giorni a denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza perché forse Grillo non sa il dolore che passa nelle donne che a volte ci mettono anche settimane per superare dolore angoscia».

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Direbbero così anche tutte le esponenti grilline che avessero il coraggio di parlare. Ma per lo più, come i loro colleghi maschi, le grilline non parlano. Un silenzio però che è un silenzio dissenso per lo più. La maggior parte di loro non condivide affatto il «maschilismo» e il «familismo» - così li chiamano riservatamente - contenuto nel filmato di Beppe. Attaccarlo pubblicamente? No. Attaccarlo senza farsi sentire? Silenzio apparente e dissenso sostanziale. Paola Taverna, che oltrettutto è in predicato di avere un posto importante nella nuova leadership M5S di Conte sponsorizzata da Grillo, è una delle poche a solidarizzare con il fondatore, ma anche lei lo fa fino a un certo punto. «Da mamma sono vicina alle sofferenze di Grillo», dice: «Serve rispetto da parte dei giornali e delle tivvù e non speculazioni da sciacalli». Ma sulla vicenda giudiziaria si tiene sul vago e sull'ovvio: «Spero che la vicenda si risolva, come è giusto che sia, in tribunale».
Mentre gli altri partiti attaccano, le grilline tacciono. O parlano come la sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina, le cui parole somigliano a una presa di distanza da Grillo: «La violenza sessuale è un tema che va affrontato con serietà». Forza Grillo (Ciro e Beppe)? Macché. La deputata Federica Daga attacca il fondatore senza mezzi termini: «Io vittima di violenza, ci ho messo sei mesi per denunciare. Quasi non riesco a commentare perciò quel che Grillo ha detto. Per fortuna esiste il Codice Rosso, che consente alle donne di denunciare anche dopo sei mesi dal fatto». Smonta così la Daga uno dei passaggi cruciali del video di Beppe, quello in cui difende il figlio dicendo che la ragazza doveva denunciarlo subito e non dopo otto giorni se davvero lui le avesse fatto del male.

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DIPLOMATISMI E NO
Le donne stellate, poi, nelle loro conversazioni da non rendere pubbliche, non fanno che indignarsi contro l'idea grillesca della «ragazzata» e del gioco tra amici: «Minimizzare così una cosa tanto grave? Ma Beppe sta scherzando?». Maria Elena Spadoni è un pezzo grosso del grillismo. E' vice presidente della Camera. Lascia da parte tutti i diplomatismi. Parla così: «Io aspetto le sentenze. Personalmente ritengo che ogni donna debba poter denunciare in qualsiasi momento». E ancora: «Quando Grillo dice che la ragazza che ha denunciato il figlio per stupro è sostanzialmente una bugiarda perché ci ha messo otto giorni ad andare dalla polizia, fa un torto a tutte le donne vittime di violenza. Credo fermamente al fatto che una donna abbia il diritto di denunciare quando se la sente, perché ci vuole tempo per elaborare».
Ecco, chi tra le grilline ha il coraggio di farlo parla come la Boschi. Ma la senatrice Alessandra Maiorino se la prende con la Boschi. «Il movimento 5 stelle - dice - ha votato la legge sul Codice Rosso, il Pd all'epoca si è astenuto. Nel Codice Rosso sono inasprite le pene in materia di violenza contro le donne. Boschi che era all'epoca ancora nel Pd spieghi perché i dem si sono astenuti». Un modo questo, da parte di qualche stellata, per sviare dalla questione. Attaccando chi attacca Grillo.
Ma tra le parole e i silenzi del versante femminile del movimento, l'ultima uscita di Beppe viene vista come una scivolata grave, come il segno di una cultura vecchia, come una prova che tra i figli so' piezz' e core e la dignità femminile l'Elevato non prediliga la seconda. Valentina Barzotti, deputata, osserva: «Sono vicina a Grillo per il suo dramma familiare, ma la legge è legge». I grillini (specie se donne) accusano Grillo di calpestarla e i maschi fischiettano.
Mario Ajello
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