Civitavecchia, raffica di furti in casa: svaligiata anche quella del vice sindaco Grasso. Caccia alla banda del frullino

Sui furti infagano i carabinieri
di Stefano Pettinari
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Mercoledì 28 Ottobre 2020, 12:31

La banda del frullino. Si potrebbe anche definire così la gang di ladri che da giorni sta agendo in città. Dopo il furto in casa dell'avvocato Anna Maria Guerri, infatti, vengono fuori altri tre furti, praticamente identici, di cui sono rimasti vittime altri civitavecchiesi, tra cui anche il vice sindaco Massimiliano Grasso. Il modus operandi è sempre lo stesso. L'ingresso nell'appartamento, con porte e finestre divelte, la ricerca della cassaforte dietro un quadro, l'apertura della stessa con un frullino, razzia di gioielli e orologi e poi la fuga. I colpi, peraltro, sono stati messi a segno in sequenza. Il primo, quello nell'abitazione dell'avvocato Guerri a via Braccianese Claudia, giovedì alle 19. Intorno alle 20 il giorno successivo, in un appartamento di una piccola traversa su viale Berlinguer. Di nuovo verso le 19 di lunedì scorso in casa del vice sindaco Grasso, a San Gordiano. E poi ancora un altro, la settimana scorsa, sempre a San Gordiano.
IL RACCONTO
«Mi ha telefonato un vicino per avvertirmi racconta lo stesso Grasso mentre ero in Comune e contemporaneamente ha chiamato i carabinieri. Quando sono arrivati, però, dei ladri non c'era già più traccia. Hanno divelto la grata della finestra, sono entrati e secondo me erano dotati di un metal detector, perché ho trovato solo due quadri spostati. In uno dietro ci sono dei tubi in metallo, mentre nell'altro c'è una piccola cassaforte. L'hanno aperta con un frullino e hanno preso i gioielli che erano all'interno e un orologio. Il valore economico non è molto, qualche migliaio di euro, ma quello affettivo invece è grande, perché quei gioielli erano della mamma di mia moglie, scomparsa l'anno scorso».
LE ALTRE IMPRESE
Anche in questo caso, come successo nel furto all'avvocato Guerri, la banda è andata a colpo sicuro, evitando le altre stanze, ma dando solo una sbirciata a un armadio. Ma evidentemente i ladri sapevano della presenza della cassaforte. Così come dovevano sapere della presenza di una cassaforte anche nel furto avvenuto nell'appartamento di una coppia che abita in una piccola traversa di viale Berlinguer. Qui i malviventi hanno anche dovuto faticare meno per entrare nell'abitazione, passando dalla finestra di un balcone lasciata semichiusa. Anche in questo caso, una volta all'interno, sono andati subito a cercare la cassaforte e l'hanno aperta col frullino. Il bottino sempre lo stesso: gioielli. Addirittura in questo caso hanno preso una collana, hanno tolto tutte le perle e hanno tenuto solo il filo d'oro su cui erano infilate. Poi, una volta entrati in possesso della refurtiva, sono usciti dalla porta portandosi anche via un mazzo di chiavi lasciate dalla coppia all'interno dell'appartamento. Da questo ultimo colpo, però, emergono dei particolari su cui gli inquirenti sembra stiano concentrando maggiore attenzione. Per esempio: qualcuno ha notato tre persone, prima del furto, vicino ai cassonetti che contengono indumenti usati, che si stavano vestendo con abiti da operai. Nel furto in casa dell'avvocato Guerri, una testimone ha detto di aver visto scendere dalle scale tre persone vestite da operai e che avevano un accento dell'est europeo, forse rom. Non solo. Nel caso del furto nell'abitazione del vice sindaco, qualche mese prima lo stesso Grasso aveva eseguito dei lavori in casa e nella squadra degli operai ce ne era almeno uno di origine dell'est Europa. E ancora. Anche nel palazzo del colpo in viale Berlinguer qualche mese prima c'era stato un condomino che aveva eseguito dei lavori in casa. Insomma, una serie di elementi che danno quasi la certezza che i furti siano stati effettuati dallo stesso gruppo. Ma che soprattutto potrebbero essere molto utili agli inquirenti per incastrare la banda del frullino.
 

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