MISURA IMPORTANTE
«La riduzione delle distanze di sicurezza è sicuramente un elemento importante così Marco Viscarelli, che assieme al fratello Matteo e a Federico Caselli gestisce la pizzeria-spaghetteria Inizio da 3 su viale della Vittoria . Una misura che ci dà speranza. Poter servire qualche cliente in più è fondamentale in termini di cassa. Finora con l'asporto e il delivery riusciamo a coprire a malapena la spesa alimentare giornaliera. Se consideriamo l'affitto e le rate del prestito che abbiamo acceso un anno fa per intraprendere il nostro sogno, siamo totalmente fuori. L'altro giorno ci è arrivata la bolletta del gas di marzo e aprile: 780 euro per aver lavorato circa 6 giorni in due mesi. Da lunedì (domani, ndc), se potremo, torneremo a lavorare 12 ore al giorno, con ulteriori difficoltà. Speriamo solo che lo Stato intervenga con dei prestiti veri a fondo perduto. Altrimenti sarà una fine annunciata».
GLI STATI D'ANIMO
Dalle pizzerie a ristoranti e bar. «Siamo pronti a riaprire e lo faremo con coraggio ed entusiasmo le parole di Marco Guglielmi, che col fratello Adriano e la compagna Emy gestisce Quantum, grazioso ristorante nel cuore di piazza Saffi . Con l'asporto e il domicilio sta andando abbastanza bene, dunque siamo fiduciosi. Chiaramente tutto dipenderà dai clienti, ai quali saremo chiamati a dimostrare tutta la nostra passione e professionalità, soprattutto in un momento così difficile». Emblematico il caso del Bar della Stazione, la cui attività è legata a doppia mandata al pendolarismo, professionale e scolastico. «Bene la riduzione a un metro della distanza di sicurezza dice il gestore Giuseppe Palmieri che permetterà di salvaguardare diversi coperti, ma il volume d'affari ora è bassissimo. Ogni treno a oggi viaggia con massimo 10-20 persone, non di più, e la sera alle 20 chiudiamo perché comunque non gira più nessuno. Se sarà confermato, lunedì riapriremo al pubblico. La nostra categoria è abituata a lavorare 12-15 ore al giorno e in un momento come questo dobbiamo dimostrare ancora una volta il nostro valore. Sarà dura, ma lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli, alla comunità in cui viviamo».
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