Civitavecchia: meno iscritti e più spese, ma le palestre resistono

Per le palestre un ritrono all'attività in salita
di Vincenzo Sori
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Domenica 31 Maggio 2020, 15:37
Tapis roulant, cyclette, ellittiche, vogatori e step igienizzati al termine di ogni uso. Sessioni all'aperto, accessi regolamentati, App per prenotare e tenere la tracciabilità dei clienti. Termoscanner e distanze di sicurezza: almeno un metro per le persone mentre non svolgono attività fisica, almeno 2 metri durante l'attività fisica, con particolare attenzione a quella intensa, come stabilito dal documento tecnico condiviso fra Stato e Regioni del 18 maggio. A una settimana dalla riapertura, i gestori delle palestre civitavecchiesi e del comprensorio stilano un primo bilancio. I numeri sono bassi ma, complici la voglia di tornare a vivere e gli eccessi a tavola durante la quarantena, i clienti ci sono. E anche se alcuni riti come la doccia post allenamento sembrano scomparsi, le palestre resistono.
NUOVA ORGANIZZAZIONE
«Per mettere in sicurezza la struttura ci siamo impegnati molto - spiega Sara Luzzaro, che con il marito, il pugile professionista Angelo Rizzo, gestisce l'Action Gym in via Leopoli -. Come affluenza non ci lamentiamo. Anche se molti hanno ancora paura e altri devono risparmiare. Certo, chi non vuole rinunciare al benessere fisico viene, i patiti ci sono sempre per fortuna. Così come clienti che hanno voglia di recuperare un briciolo di normalità dopo mesi di quarantena e isolamento». Capitolo docce. «All'inizio la Regione Lazio aveva stabilito il divieto dell'uso dello spogliatoio, che però è stato tolto dall'ordinanza del 18 maggio. Le nostre docce sono singole e non in comune, ma al momento lo spogliatoio serve solo per il cambio scarpe. Si viene in palestra già in abiti sportivi. Questo ci penalizza perché una grossa fetta dei nostri clienti sono impiegati e dirigenti di azienda, che frequentano in pausa pranzo, e che per tornare a lavoro devono farsi la doccia». «Abbiamo riaperto lunedì e già questo è un successo così Alessio Alessi, che con Younes Miking gestisce la Royal Gym, all'interno del Dopolavoro ferroviario . Stiamo lavorando al 60-70% delle nostre potenzialità, che tutto sommato è positivo. La gente rispetta le regole, c'è più attenzione, non timore, ma maggiore consapevolezza. Per quanto riguarda gli aiuti a noi gestori, c'è un fondo perduto al 40% per l'affitto e per il quale stiamo facendo richiesta, i 600 euro per i collaboratori, poi ci sarebbero i prestiti bancari, i 25mila euro con garanzia dello Stato, che sinceramente però non sono molto appetibili». «Avevamo aperto il 4 maggio con gli atleti agonisti e di interesse nazionale, poi dal 25 abbiamo aperto a tutti, anche con il fitness e la sala pesi osserva il presidente dell'As Gin di via delle Sterlizie a San Gordiano, Pierluigi Miranda . Le cose non vanno benissimo. Abbiamo perso nove decimi degli iscritti: da 1200, ora ne abbiamo 150. Sono numeri impietosi, speriamo a settembre di ripartire alla grande».
PAUSE PER IGIENIZZARE
«Il 25 maggio abbiamo riaperto e siamo molto felici - spiega Lorenzo Selis, della palestra Workout in Progress a via Oberdan a Santa Marinella . I nostri atleti sono tornati, anche se durante la quarantena eravamo rimasti in contatto attraverso corsi online. Noi siamo una palestra specializzata nella ginnastica funzionale, facciamo esercizi a corpo libero con sovraccarichi come i kettlebell, palle mediche ed elastici. Avevamo già operativa un'applicazione per le prenotazioni ai corsi, dunque da questo punto di vista per la ripartenza siamo stati avvantaggiati. Prima del Covid avevamo 20 atleti a corso, adesso abbiamo ridotto a 8; inoltre tra un corso e l'altro dedichiamo mezz'ora alla sanificazione di tutti gli attrezzi e alla ventilazione degli ambienti. Ovviamente tutto questo per noi è un grande limite, ma lo facciamo molto volentieri perché l'obiettivo è sempre stato quello di far stare bene i clienti».
 
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