Ultime dal cielo
di Enzo Vitale

Frascati, la grande tradizione della fisica delle alte energie: qui il prototipo Dtt sulla fusione nucleare

3 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Aprile 2018, 22:32 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 04:24


(Il centro Enea della Casaccia)

Tra Frascati e la fisica nucleare c'è stato sempre un grande feeling. Una storia che nasce alla metà degli anni '50 quando nei  Laboratori di Fisica del Plasma (definiti anche Laboratori dei Gas Ionizzati), si misero a punto studi relativi alla fisica delle alte energie. Il primo Tokamak tricolore (di derivazione russa) entrò in azione nel 1977, si chiamava Frascati Tokamak. La macchina fu poi sostituita con il più evoluto Ftu (Frascati Tokamak Upgrade), entrato in funzione dodici anni dopo, nel 1989.
E ora Frascati torna, ancora una volta, protagonista della fisica delle alte energie con l'assegnazione del Dtt (Divertor Test Tokamak), il prototipo per la fusione nucleare che  ha avuto la meglio su altri siti "concorrenti" a livello nazionale: la Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara). Nulla da fare anche per le proposte presentate da Campania, Emilia Romagna insieme alla Toscana,  Liguria (con due siti), Piemonte e Veneto. Qui la graduatoria finale stilata dall'Enea.

IL SOGNO DELL'ENERGIA DELLE STELLE
A Frascati, dunque, il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare che dovrà fornire risposte sulla fattibilità scientifica e tecnologica della produzione di energia dalla fusione. Produrre energia come avviene in una stella per poi utilizzarla nella vita di ogni giorno è il sogno da sempre accarezzato dall'umanità. Un po' l'avventura degli antichi alchimisti che si ponevano l'obiettivo di trasformare il piombo in oro.  Mentre i “maghi” di tanto tempo fa fallirono l'obiettivo, i moderni “Cagliostro” tentano l'impresa con strumenti più credibili e, soprattutto, più efficienti. Ci prova  DTT, il laboratorio scientifico-tecnologico che ha il fondamentale contributo di EUROfusion, il consorzio europeo cui è affidata la gestione delle attività di ricerca sulla fusione nucleare.

PRONTA A META' DEL SECOLO
«Dal punto di vista della realizzazione tecnica -ha detto il responsabile del progetto, l'ingegner Aldo Pizzuto-, non abbiamo una data precisa: l'energia da fusione  su larga scala sarà possibile intorno alla seconda metà del secolo».  L'Italia nella ricerca in campo fisico è sempre stata all'avanguardia. La cultura sviluppata con le ricerche sul nucleare fatta ai tempi del CNEN, infatti, includevano le tecnologie più avanzate sulla robotica, i materiali, le biotecnologie, oltre ovviamente agli aspetti nucleari. «Tale retroterra -è sempre Pizzuto a parlare-, ha determinato una cultura scientifica e tecnologica che hanno permesso all’attuale ENEA di potersi diversificare e sviluppare know-how di eccellenza nel campo dello sviluppo sostenibile. Non dimentichiamo che le ricerche che continuano nel campo nucleare da fissione rappresentano per un Paese avanzato come il nostro una risorsa indispensabile nel campo industriale, medicale e sui temi della sicurezza e non proliferazione».

FISSIONE E FUSIONE
Mentre la prima fa paura, la seconda mette meno ansia, almeno è quello che assicurano i fisici. Ma quali sono le differenze tra fissione e fusione nucleare? In parole molto semplici il processo di fissione, una volta attivato, è estremamente complicato da interrompere. Per la fusione, invece, è l'esatto contrario: in mancanza di "carburante" la reazione si ferma. Oltretutto non vengono emesse scorie radioattive e la "cenere" che viene prodotta essenzialmente è costituita da Elio. La fusione, quindi, essenzialmente è un processo opposto alla fissione e si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere, e i fisici ne sono certi: «energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione».

enzo.vitale@ilmessaggero.it





 
© RIPRODUZIONE RISERVATA