Alessandro Angeloni
Fin qui tutto bene
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Lione, se un albergo tira l'altro

Lione, se un albergo tira l'altro
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 13 Giugno 2016, 10:23
Diario Euro 2016: ottavo e nono giorno
Vigilia della partenza per Lione, poco da raccontare. Poi, il viaggio e si apre un mondo. Questa pagina comprende, dunque, l'uno per cento del sabato e il novantanove della domenica, giorno in cui ci siamo trasferiti da Montpellier a Lione. Una specie di gioco dell'oca o del Monopoli, quelle cose tipo "torna in prigione" o "ripassa dal via". Miracolosamente, di caselli ne abbiamo visti solo un paio (di casellanti nemmeno l'ombra, estinti come le lire), come nelle nostre autostrade, dove entri, prendi il biglietto, esci e paghi. Semplice. L'inizio è confortante, il finale è tragicomico. Leggiamo le indicazioni sui fogli forniti dalla nostra segreteria, c'è l'albergo e ovviamente l'indirizzo, Reu des la Republique, dando per scontato che quella fosse una via di Lione, perché a Lione dovevamo andare, perchè a Lione avrebbe giocato l'Italia. Dopo un po' parcheggiamo in un'area privata in piano centro (molto carino, tra l'altro) e ci incamminiamo verso il 150 della via in questione. Ovviamente non troviamo l'albergo Lumiere. Cosi doveva chiamarsi quell'hotel. La polizia, che stava controllando una fan zone adiacente, interpellata da noi ci fa gentilmente notare che quella che stavamo percorrendo era rue des la Republique, ma quella che cercavamo noi era a Meyzieu, a venti chilometri di Lione. Azz, disse la marchesa. Vabbè, si riparte verso il parcheggio, si riprende la macchina e si ricomincia. Finalmente arriviamo a questo benedetto Lumiere, un posto dimenticato da dio e dagli angeli. Una strada che dava sulla fine del mondo. I signori Angeloni e Trani non risultavano nell'elenco dei prenotati, bene. Vi risparmio le imprecazioni, chiamo Sara, l'omina dell'agenzia che ha organizzato il viaggio. La quale Sara mi comunica che l'albergo dove stavamo noi era stato scartato a gennaio e che avevamo in mano il vecchio programma. Via giusta città sbagliata prima, tutto sbagliato dopo. Cercavamo qualcosa senza sapere cosa, questo in sintesi. Aiuto, voglio casa, voglio il traffico e le buche di Roma. 
Si ricomincia, ma stavolta l'hotel può attendere. Andiamo allo stadio che è meglio. L'albergo conoscerà i nostri volti all'una e mezza di notte. Più che volti, diciamo pure  le nostre facce distrutte dal lavoro, dagli spostamenti, dalla rabbia, dalla porca miseria dei navigatori e dei fogli sbagliati. In tutto questo, piove. Ci mancava pure questa. 
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