Dopo il rinvio dovuto al maltempo di questi giorni, si attende l'inizio di una singolare sperimentazione che si terrà in mare. Sì perché, stavolta, i destinatari degli esperimenti non sono chiusi in una qualche gabbietta di un asettico laboratorio ma nuotano nelle gelide acque dei mari del nord che bagnano le coste frastagliate della Norvegia. E poi, anche se si tratta della più piccola tra le balene, infilarla in una gabbia sarebbe pressoché impossibile. O quasi. Già perché il progetto di ricerca approvato dal governo norvegese, ha pensato anche a questo trasformando un tratto di mare in un vero e proprio laboratorio per le cavie: una dozzina di balenottere minori.
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Ma cominciamo dall'inizio.
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«Una volta lì, una ad una, spiegano, saranno immobilizzate con l'ausilio di due zattere così da permettere l'applicazione di elettrodi sottocutanei e non». Poi, partirà l'esperimento che prevede il bombardamento sonoro e la registrazione delle reazioni del cervello degli animali. La durata della sperimentazione? Non meno di sei ore, se non addirittura qualche giorno. Poi, una volta contrassegnate con rilevatori satellitari, le balene saranno rilasciate per tornare ad essere libere nel loro ambiente. «Sì, ma in che modo?» La domanda che si pongono molti studiosi allarma.
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Scopi, tempi e soprattutto modalità della sperimentazione, prevista anche nel medesimo periodo del prossimo anno, per le balene, animali che vivono in mondo di suoni delicati, è certamente fonte di stress e non solo. «Il rischio per le balene, ha commentato la dottoressa Siri Martinsen di Noah, è altissimo. Intrappolate, potrebbero provocarsi anche gravi lesioni nel tentativo di fuggire. Lesioni che insieme allo stress, potrebbero risultare fatali. Non è accettabile». Tra le iniziative nate per contrastare questa sperimentazione, quella che, su Change.org sta registrando migliaia di adesioni provenienti da tutto il mondo. A promuoverla, con il sostegno di alcune associazioni, la norvegese Vicky Moens: «Non posso credere, ha scritto, che questa cosa possa accadere nel Paese dove vivo». La Norvegia, insieme a Paesi come il Giappone, ogni anno è responsabile di centinaia di balene uccise. Tra le motivazioni che ancora autorizzano la caccia, la Ricerca.