Lia consegna la posta nelle zone spopolate: «Molti se ne sono andati, altri stanno tornando»

La portalettere Di Gregorio, 63 anni, conosce tutti ed è una sorta di collante tra i residenti della montagna

Lia consegna la posta nelle zone spopolate: «Molti se ne sono andati, altri stanno tornando»
di Maurizio Di Biagio
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Domenica 7 Aprile 2024, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 15:48

Chi meglio di lei è in grado di testimoniare una montagna di un’indicibile bellezza ma sempre più spopolata, tra caprioli, serpenti e cani randagi che regnano incontrastati e l’opera dell’uomo sempre più rallentata quando si tratta di asfalti ormai quasi inesistenti, con la natura che si riprende il suo territorio. Lia Di Gregorio, portalettere dal 2011, con la sua Panda 4x4 di Poste Italiane macina centinaia di chilomentri al giorno, lungo tornanti impervi e scalcinati. 

Qui anche i corrieri si perdono «e i cani mordono gli pneumatici». Copre un territorio vasto, da Torricella fino a Valle Castellana, passando per Rocca Santa Maria, tra le bellezze della provincia di Teramo, vedendo cambiare le persone residenti: «Sono andati via in molti; da sette anni conto tanti morti e pochissime nascite, l’ultima scomparsa  a Pietralta, un uomo di 55 anni ha lasciato la figlia di due anni e mezzo, i suoi due figli maschi stanno andando avanti con la sua azienda d’allevamento». 

Lia ha 63 anni e a breve andrà in pensione. Fino a qualche tempo fa a consegnare pacchi, lettere e ancora qualche cartolina erano in cinque: resta una Panda bianco-gialla che sbuffa e ride e che non può forare. Vede cambiare la sua montagna: sono arrivati irlandesi, olandesi, statunitensi e conosce tutti i cani che possono essere pericolosi, quindi da evitare. «Comunque sia sto vedendo della gente tornare nei paesi semi abbandonati dal sisma, soprattutto a Pietralta. Ci sono borghi che hanno solo pochissimi abitanti: due ragazzi dalla città si sono trasferiti a Faognano, a mille metri, per la qualità della vita, sono gli unici. A Vallenquina - racconta Lia - vicino ad un castello vive da solo un anziano cui gli è morta la moglie, ora fa il boscaiolo. Un altro ragazzo a Collegrado vive come un eremita quasi, cammina tanto lungo la giornata». La montagna è diventata la possibilità di una seconda vita, più libera, un'opportunità alle esistenze fin troppo ordinarie che la città ci cimpone. «A Pietralta una bella casa in mezzo al bosco: una famiglia ci è tornata a vivere da Roma». 

Qui il dissesto idrogeologico non scherza: «Una volta sono stata miracolata perché un masso mi è caduto a pochi passi, ho fatto in tempo a deviare, altre volte li ho trovati per strada, soprattutto andando verso Valle Castellana, a San Vito o a Santo Stefano».  Lia inizia il suo lavoro nelle prime ore della mattinata presso il Centro di distribuzione di Colleatterrato (che serve 24 comuni e 65 mila numeri civici, lavorando 600 chili di posta ogni giorno).

Qui la portalettere effettua le operazioni propedeutiche alla consegna della corrispondenza indispensabili per organizzare al meglio il percorso di consegna e ottimizzare i tempi.  «In questi ultimi tempi - chiude Lia - ho qualche problema di salute, il saliscendi dall’auto è stancante, ho dolori a gambe e schiena, tutte quelle ore seduta in macchina. Ma amo profondamente il mio lavoro e la mia gente. Lo rifarei, ogni volta che dovessi rinascere». 

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