Aggressioni negli ospedali, infermieri pronti a cambiare lavoro

Per Giuseppe De Zolt, segretario Nursind, la presenza di un vigilantes o delle forze dell’ordine potrebbe essere un aiuto «ma non risolverebbe il problema che dovrà essere affrontato solo con il potenziamento della dotazione organica»

Aggressioni negli ospedali, infermieri pronti a cambiare lavoro
di Maurizio Di Biagio
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Domenica 11 Giugno 2023, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 10:40

«Proseguono alla Asl di Teramo, nei 4 suoi presidi sul territorio, le aggressioni verbali e purtroppo anche fisiche al personale sanitario». Sette casi su 10, la vittima è donna, dicono le statistiche (Fnomceo) che affermano pure come il 68% degli operatori nel corso della vita sia stato vittima di un episodio di violenza. Cosicché «un infermiere su 3 è disposto a cambiare lavoro» (AnaaoAssomed). L'allarme è ribadito dal Nursind, dal suo segretario Giuseppe De Zolt che precisa come «il fenomeno si espleti indistintamente soprattutto nei 4 pronto soccorso teramani, che purtroppo si ritrovano a elargire numerose prestazioni e dunque le attese si fanno sempre più prolungate». Criticità anche negli ambulatori con accesso diretto e anche in qualche reparto. «Grazie alla bravura degli operatori si limitano i danni, malgrado ciò le aggressioni verbali sono quotidiane e si traducono in atteggiamenti aggressivi a volte anche dal punto di vista fisico“.  

Per De Zolt la presenza di un vigilantes o delle forze dell’ordine potrebbe essere un aiuto, «ma non risolverebbe il problema che dovrà essere affrontato solo con il potenziamento della dotazione organica». Difatti attualmente sono circa 1.350 gli infermieri alla Asl di Teramo più 200 Oss: «Ne servono molti di più.

Il sottorganico  alimenta il fenomeno delle aggressioni perché si ha meno tempo da dedicare alle cure degli utenti». 

«Per fortuna ora si è sbloccato il concorso per i 90 infermieri (di cui 20 Oss) e si potrà a breve tamponare il deficit dei tanti pensionamenti, scorrendo man mano la graduatoria. Arriverà un po’ di ossigeno. In aggiunta col nuovo decreto ci saranno ulteriori stabilizzazioni ed entro il mese di giugno c’è il bando, sempre per la stabilizzazione, del personale Covid». 

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