Costruiscono una città in Costa d'Avorio e danno lavoro a 1.500 ragazzi africani

Gli imprenditori Schiavone: "Una delle maggiori soddisfazioni che questa esperienza ci sta dando, è l’impiego di molta mano d’opera locale, ragazzi che non avevano nulla e che forse sarebbero salpati su un barcone alla ricerca di una vita migliore altrove"

Costruiscono una città in Costa d'Avorio e danno lavoro a 1.500 ragazzi africani
di Mila Cantagallo
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 16:07

«Quando, 8 anni fa, i costruttori sono arrivati a Modeste Gran Bassam, si sono trovati davanti a una immensa palude punteggiata da alberi di cocco e ananas, adesso ci sono case e servizi e, quando tutto sarà completato, 25 mila persone abiteranno in questa nuova città». A parlare per tutti è Antonio Cichella, geometra di Silvi Marina, in provincia di Teramo, ex proprietario di un bar, ora direttore del “Caterina Resort”, hotel 4 stelle costruito al centro dell’imponente insediamento abitativo voluto in Africa dai costruttori di Silvi Gabriele e Nicola Schiavone, in società con il collega senegalese Mar. Il progetto prevede la realizzazione di 4 lotti di palazzi di edilizia residenziale, ville, 250 piscine, su aree da 60 mila metri quadri ciascuna, per un totale di 2 mila alloggi, un albergo e uno stabilimento balneare. Il terreno è a dieci chilometri da Abidijan, la città commerciale più grande della Costa d’Avorio, lontana 400 chilometri dalla capitale Yamoussoukro: «Molti appartamenti hanno viste spettacolari sull’oceano e sulla laguna, altri si affacciano sulla strada principale - spiega Cichella - insieme ai palazzi i fratelli Schiavone realizzano strade, negozi, fanno urbanizzazione. In passato numerosi imprenditori italiani edificavano qui, poi sono fuggiti. Loro hanno cominciato con un investimento mimino, poi si sono autofinanziati vendendo le prime case, finora hanno importato 10 milioni di euro di materiali italiani. Ovviamente, realizzare opere così grandi è molto più facile che da noi a livello burocratico e fiscale. Una delle maggiori soddisfazioni che questa esperienza sta dando, è l’impiego di molta mano d’opera locale, ragazzi che non avevano nulla e che forse sarebbero salpati su un barcone alla ricerca di una vita migliore altrove».

Sono 1.500 le maestranze africane che lavorano per l’impresa abruzzo-ivoriana, con l’aggiunta di 80 figure specializzate reclutate dalla nostra regione. «Luoghi incantevoli, ma tremendamente poveri - continua il direttore - i giovani che sono stati assunti non avevano alcuna competenza, i fratelli Schiavone hanno puntato molto sulla formazione e ora sanno assemblare mattoni, montare impianti elettrici, guidare camion, far funzionare betoniere. Da disoccupati avevano difficoltà a mangiare tutto i giorni, adesso arrivano al lavoro con il motorino o l’auto di proprietà e mettono un po' di soldi da parte. In Italia per i giovani è normale avere una bici, uno scooter, qui sono cose che loro sognano, anche se la vita è molto meno cara. Da queste parti, accontentandosi di pasti semplici, si mangia anche con 75 centesimi al giorno. Formare i giovani, dare loro un lavoro un’occupazione e vedere come se la cavano bene nei rispettivi ruoli è la sfida più grande che questo progetto sta vincendo». 

Mentre acquirenti africani si insediano nei nuovi appartamenti, lo Schiavone Group e Antonio Cichella promuovono  un flusso in controtendenza dall’Italia all’Africa: «Nel nostro resort porteremo tanti connazionali - assicura - il mare e la spiaggia meritano davvero di essere visti e vissuti, la struttura è molto accogliente, con spa, vini e cucina italiani, ho convinto a seguirmi qui lo chef Lorenzo Cigliano, un pluripremiato talento della cucina, ex proprietario di un locale storico del mercato Muzii di Pescara. Amici abruzzesi sono già venuti in avanscoperta a Modeste Gran Bassan, hanno trovato l’accoglienza italiana, prodotti abruzzesi, natura incontaminata, dormendo in camere eleganti che costano a massimo 90 euro a notte.

Praticamente e non volevano più tornare a casa». 

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