Il contagio arriva anche dove non dovrebbe, dove cioè dovrebbe essere prevenuto: ieri nell’elenco dei sei nuovi casi accertati in Valle Peligna, sono finiti infatti anche tre operatori del servizio prevenzione della Asl. Si tratta di un’infermiera, di un’assistente sanitaria addetta all’attività ambulatoriale e di un’amministrativa. Tutte in forza in via Gorizia, nella palazzina dei Comboniani, cioè, dove oltre al servizio prevenzione, c’è la medicina del lavoro e, soprattutto, si effettuano le vaccinazioni. Tant’è che ieri subito dopo la notizia della positività dei tre operatori, il servizio di vaccinazione è stato interrotto per permettere la sanificazione dei locali. Oggi si dovrebbe tornare a pieno regime (si fa per dire, perché le dosi di vaccino scarseggiano), ma certo c’è preoccupazione tra gli addetti ai lavori, tanto più che un potenziale focolaio ai Comboniani sarebbe un duro colpo al servizio di prevenzione. Per precauzione, intanto, il personale è stato tutto messo in lavoro agile almeno in attesa di avere i responsi sugli altri tamponi effettuati sul personale, alcuni dei quali, in particolare quelli dei medici, sono risultati per il momento negativi, anche se dovranno essere ripetuti per coprire lo spettro d’incubazione.
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Un altro possibile focolaio è poi quello che potrebbe essersi acceso, di nuovo, tra i migranti a Pettorano sul Gizio, dove l’altra sera due degli ospiti della struttura della “Quercia” sono risultati positivi al Covid-19. Nella struttura ci sono trentasei ospiti che vivono a stretto contatto e che ora si trovano tutti in isolamento in attesa di fare i tamponi.