Non è di questo avviso, però, Enzo Di Salvatore, costituzionalista dell’Università di Teramo: «Questa lettura delle norme è completamente sbagliata. L'art. 18, comma 5, del regolamento della Giunta stabilisce che “nel caso in cui la Giunta dichiari una carica o un ufficio incompatibile con il mandato parlamentare, il presidente della Giunta ne dà comunicazione al senatore interessato e lo invita ad optare, entro il termine perentorio deliberato al riguardo dalla Giunta stessa, ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui al comma 7”; al comma 6 si legge che “la opzione per il mandato parlamentare è valida, se sia accompagnata da una dichiarazione di dimissioni dalla carica riconosciuta incompatibile e vi sia effettiva astensione dal compimento di qualsiasi atto, ivi compresa l'ordinaria amministrazione, inerente alla carica stessa”; il comma 7 precisa, quindi, che “in caso di mancata opzione, la Giunta dà inizio al procedimento per la dichiarazione di decadenza dal mandato parlamentare. In tal caso si applicano le disposizioni di cui agli articoli 13, 14, 15, 16 e 17”; il comma 8 dispone, infine, che “tuttavia, nei casi di ineleggibilità e di incompatibilità riconosciuti dalla Giunta all'unanimità, la Giunta stessa può deliberare con apposita votazione di prescindere dal procedimento di contestazione, ma la proposta di annullamento dell'elezione o di dichiarazione della decadenza dal mandato parlamentare dovrà sempre essere presentata al Senato con apposita relazione scritta”».
Secondo il costituzionalista «non c'è alcun procedimento di contestazione che, giunti a questo punto, deve o può essere istruito. Siamo già entrati nella fase successiva: la Giunta ha invitato il Presidente D'Alfonso ad optare entro tre giorni e - lo sottolineo - il termine fissato è perentorio. Il che comporta quanto segue: D'Alfonso deve optare tra le due cariche entro tre giorni; qualora non opti e lasci spirare il termine si aprirà immediatamente il “procedimento per la dichiarazione di decadenza dal mandato parlamentare” (art. 18, comma 7)». Il procedimento di decadenza potrà però anche essere lungo (fissazione della seduta pubblica, presentazione di documenti e deduzioni, svolgimento della seduta, camera di consiglio), «ma ciò – secondo Di Salvatore - non comporterà che il Presidente D'Alfonso possa in seguito tornare sui suoi passi"". Dal momento delle dimissioni scatteranno i 90 giorni per il ritorno al voto in Regione: dicembre o febbraio.
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