Implicato in passato in un giro di prostituzione all'interno di un night di Pizzoli (L'Aquila), non avrebbe abbandonato quel "vizietto": scoperto dagli agenti della Squadra mobile è stato arrestato e la Cassazione recentemente ha rigettato la richiesta di una misura meno afflittiva presentata dal suo avvocato di fiducia. Si tratta Bruno Biondi di 62 anni, assistito dall'avvocato Paolo Baiocchetti del Foro dell'Aquila. La vicenda per la quale si è pronunciata la Cassazione fa riferimento a una attività di indagine ora conclusa (del pm Stefano Gallo), avviata nel 2021 da fonte confidenziale, che ha riferito di come Biondi riceveva richieste da uomini fidati, professionisti danarosi, che per motivi di riservatezza preferivano non frequentare normali case di appuntamento, bensì l'abitazione dello stesso Biondi a Coppito, pagando a lui un extra. Oltre, ovviamente, alla cura di ogni aspetto del meretricio: il contatto con le ragazze nella sua disponibilità, fissando sia il prezzo della prestazione sessuale sia orario e luogo dell'incontro.
Di qui da parte degli investigatori l'installazione di telecamere fuori dall'abitazione del Biondi e alcune cimici all'interno dell'alloggio. Tra i clienti finiti come testimoni nella vicenda, un odontotecnico aquilano che in maniera sibillina parlava con Biondi di una «pulizia dei denti» e del favore di «aggiustare la situazione», ovvero di abbassare il costo della prestazione sessuale da 200 euro a 150 euro; cortesia infine esaudita. Gli agenti della Squadra mobile hanno anche messo in atto un servizio di appostamento fuori dall'abitazione dell'arrestato nella quale era entrata una donna.
Un'altra testimone ha raccontato di come Biondi le avesse confidato di trovarsi in affidamento ai servizi sociali e di aver già scontato un anno di pena. Nell'occasione aveva aggiunto di arrangiarsi con qualche lavoretto in nero come imbianchino, raccontando i pregressi guai con la giustizia sempre per sfruttamento della prostituzione, aggiungendo che «alcune donne lo cercavano e lo cercano quando si trovano in difficoltà economiche per prostituirsi» e «che i prezzi per le prestazioni sessuali offerte dalle donne li faceva lui». Di qui l'inasprimento della misura cautelare con il carcere.