Prof racconta in un libro la sua battaglia con il cancro: «Ho anche riso»

Valentina Venti in uno scatto di Fabrizio Giammarco
di Ornella La Civita
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 17:01

Aveva timore (quasi) di tutto, prima. Prima di ritrovarsi nella fauci del “drago”. Prima del “mostro” non aveva neppure immaginato di poter scalare una montagna e raggiungerne la vetta. Il timore della vertigine la lasciava sempre a valle. Prima, per lei, era inimmaginabile percorrere una infinità di chilometri in macchina. Lo stress avrebbe avuto il sopravvento. Poi, però, ha deciso di viaggiare in macchina per giorni, pur di raggiungere Finisterre. Prima del drago non permetteva a nessuno di vederla vacillare, maniaca del controllo qual è. Figuriamoci vederla piangere. E poi. Poi «non ho avuto alternative. Di fronte a quella diagnosi mostruosa che hanno messo nero su bianco dopo essermi sottoposta ad uno screening gratuito, ho potuto solo vivere, per vincere. Ed ho raccontato tutto a tutti».

Valentina Venti, di Sulmona, docente di italiano e latino, quel tumore al seno che l’ha messa a durissima prova per tre anni, racconta quel drago nel suo primo libro “Per poi svegliarmi in un quadro” (Leone Editore di Milano) e da oggi in tutte le librerie d’Italia.

E no, il libro non è affatto malinconico o angosciante. Tutt’altro. A dispetto del dolore per gli interventi, della sofferenza dovuta alle sedute di chemioterapia, del male avvertito sulla pelle a causa della terapia, nelle 326 pagine Valentina racconta come sia riuscita a “salvarsi”: ridendo! In questi anni che ha vissuto vedendo il tempo dilatarsi o accelerare, Valentina ha potuto contare sulla sua famiglia: un marito premuroso e due figlie amorevoli, sugli amici «che ho scelto» e su quella sua «infinita voglia di vivere». Tutto inizia nel 2020 quando la vita decide di «colpirmi forte, a testa bassa, e io ho risposto. Non puoi immaginare quanta rabbia e quanto grinta puoi mettere in campo se non ti ritrovi a combattere il drago. Io ho lottato» ed ora è qui, per raccontarlo.

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