Pescara, sparatoria al bar: Cavallito si risveglia ma resta gravissimo

Pescara, sparatoria al bar: Cavallito si risveglia ma resta gravissimo
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Martedì 30 Agosto 2022, 08:12

Sono ancora particolarmente compromesse le condizioni di salute di Luca Cavallito, l'ex calciatore di 49 anni rimasto gravemente ferito, poco meno di un mese fa, nell'agguato al bar del Parco, in cui ha trovato la morte il suo amico Walter Albi. Cavallito (che si è risvegliato dal coma) è ricoverato in ospedale a Pescara: la scorsa settimana è stato sottoposto a un intervento chirurgico alla spalla, con buoni risultati, ma preoccupano ancora le condizioni generali, soprattutto per i problemi collegati al fegato che hanno già consigliato un periodo di degenza al policlinico Gemelli di Roma.

Secondo indiscrezioni non confermate è ancora molto affaticato e dovrà passare ancora del tempo prima che possa avere con gli investigatori un colloquio che, almeno si spera, possa instradarli sulla strada giusta per arrivare a individuare il killer che ha sparato nove colpi di pistola nel dehor del bar del Parco e, soprattutto, chi e perché lo ha mandato ad uccidere i due amici. Perché la certezza principale di questa indagine è che non esiste un danno collaterale: entrambi sono da considerare obiettivo.

Cavallito è controllato a vista, in ospedale, ventiquattr'ore su ventiquattro, ed è difficile anche per i familiari e per i legali che li seguono come parti offese riuscire a parlare con lui: le condizioni estremamente delicate fanno sì che le porte della stanza siano pressoché invalicabili, con eccezioni, anch'esse non frequenti, solo per gli affetti più stretti.

Complicato dunque anche preparare una strategia legale in vista del confronto con gli investigatori, coordinati dal dirigente della squadra mobile Gianluca Di Frischia.

C'è da capire, innanzitutto, quale siano i ricordi che Cavallito ha di quella serata del primo agosto, dei primi colpi sparati dal killer, della sua difesa con la sedia alzata e delle altre pistolettate che gli sono state scaricate addosso dall'uomo con il casco nero. Capire se dai movimenti è riuscito a ipotizzare che si tratti di una persona che conosce. Ma ancor di più resta da capire se potrà o vorrà ricostruire quello che potrebbe esserci dietro questo agguato. L'ex calciatore è al momento sotto stretta protezione da parte delle forze dell'ordine: il rischio concreto è che chi ha già provato ad ucciderlo possa tornare per finire il lavoro rimasto in sospeso ed anche questa è una possibilità su cui, pur non dicendolo ad alta voce, Cavallito avrà già iniziato a riflettere.

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