Fallimenti, indagati due imprenditori: sequestrati immobili, conti e società per 1,6 milioni

Fallimenti, indagati due imprenditori: sequestrati immobili, conti e società per 1,6 milioni
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Martedì 3 Novembre 2020, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 12:08

Due imprenditori in campo edile interdetti e sequestro di beni per oltre 1,6 milioni di euro. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pescara hanno dato esecuzione a una misura cautelare interdittiva (divieto di esercitare le funzioni direttive delle persone giuridiche e delle imprese, per la durata di un anno) nei confronti di titolari di società, parenti tra loro, e hanno sequestrato denaro, beni immobili e quote societarie per un importo complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.

L’attività è stata effettuata in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Pescara, su richiesta della procura all’esito di un’ampia  attività d’indagine nata a seguito del fallimento di una società di capitali di Pescara.

Ai due indagati sono stati contestati i reati in tema di fallimentari e tributari, auto-riciclaggio di beni di provenienza illecita e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. In particolare, i due imprenditori, che condividono da diversi anni gli stessi interessi imprenditoriali attraverso partecipazioni e cariche societarie in attività di costruzione di edifici, si sarebbeo resi responsabili, in concorso tra loro, della sottrazione fraudolenta di beni al pagamento delle imposte, attraverso la sottoscrizione di negozi giuridici simulati da una società pesantemente indebitata con l’Erario, a favore di altra società, sempre riconducibile a loro, successivamente fallita.

Gli immobili intestati alla società poi fallita sarebbero stati poi distratti a favore di una terza società, sempre riconducibile agli indagati, dicono le indagini della finanza, attraverso la stipula di contratti di compravendita anch’essi simulati, con grave pregiudizio dei creditori della società fallita. Auno degli indagati è stata contestata anche la falsità ideologica, poiché, al fine di sottrarsi alle indagini per il reato di bancarotta fraudolenta, ha presentato ad altra forza di polizia, una denuncia di danneggiamento della documentazione contabile di una società a lui riconducibile, successivamente fallita.

Ad entrambi gli indagati sono state addebitate anche condotte di auto-riciclaggio, perche avrebbero trasferito i beni proventi ddai fallimenti.

ostacolando l’identificazione della provenienza. Oltre alla misura interdittiva notificata agli indagati, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno dato esecuzione al sequestro diretto e per equivalente, sino alla concorrenza di un valore di 1.656.000 euro di nove  immobili (situati nelle province di Pescara, Teramo, L’Aquila e Napoli); quote societarie di 9 persone giuridiche (di cui 8 con sede in provincia di Pescara ed una in provincia di Roma);  17 rapporti bancari e finanziari.

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