Figlio ucciso nel sonno, sentito lo psichiatra: «Il padre mi aveva chiesto di incontrarlo»

Figlio ucciso nel sonno, sentito lo psichiatra: «Il padre mi aveva chiesto di incontrarlo»
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Sabato 19 Luglio 2014, 14:03 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 12:44

Proprio ieri mattina Massimo Maravalle - accusato dell'omicidio aggravato del figlio di 5 anni - avrebbe dovuto incontrare il suo psichiatra, Alessandro Rossi, ascoltato oggi in qualità di testimone nella questura del capoluogo adriatico. Rossi ha spiegato di avere in cura Maravalle dal 2006. Ha aggiunto che l'uomo gli aveva comunicato per telefono di sentirsi meglio e di voler interrompere o ridurre la terapia. La risposta del medico era stata che ne avrebbero parlato nella visita, in programma per ieri.

In questura, ascoltato dal capo della squadra mobile Pierfrancesco Muriana, il professionista e docente aquilano Alessandro Rossi avrebbe poi spiegato che i disturbi di cui soffriva il suo paziente (oggi di 47 anni) si erano manifestati sin da giovane, aggiungendo che mai aveva mostrato segni di aggressività.

Agli investigatori ha poi detto di non essere assolutamente a conoscenza del fatto che Massimo Maravalle, nonostante il colloquio telefonico avuto con lui, avesse sospeso autonomamente la terapia da quattro giorni, come detto dallo stesso papà ai poliziotti durante la confessione che ha seguito l'arresto. Il professor Rossi non ha avuto alcun ruolo nell'istruzione della pratica che ha portato all'adozione del piccolo Maxim, nel giugno 2012, e sulla quale saranno svolti comunque accertamenti.

Il bambino di 5 anni ucciso dal padre a Pescara, nella notte tra giovedì e venerdì, è morto per asfissia acuta da soffocamento. Lo conferma l'autopsia del piccolo eseguita stamani in obitorio dal medico legale Cristian D'Ovidio. L'esame conferma le ipotesi avanzate finora ed emerse in seguito alla prima ispezione. Massimo riserbo, invece, su tempi e modalità della morte, considerando che non si è ancora tenuto l'interrogatorio per la convalida dell'arresto, previsto lunedì. Il padre, un 47enne con un disturbo psicotico atipico, ha riferito agli investigatori di aver soffocato il figlio nel sonno con un cuscino. L'uomo, Massimo Maravalle, è rinchiuso nel carcere di Pescara. Sul corpo del piccolo sarebbero presenti dei segni, come un'ecchimosi dietro l'orecchio subito notata dal personale del 118, compatibili con il soffocamento. Stando agli accertamenti macroscopici, inoltre, il bambino era in buona salute, nonostante le preoccupazioni del padre, convinto che il figlio stesse male. La notte prima della tragedia, infatti, il bimbo stava dormendo con i genitori, quando il padre ha iniziato a strattonarlo, pensando che non stesse bene. La madre a quel punto si è svegliata e ha tranquillizzato il marito. Giovedì sera i coniugi erano andati a dormire verso le 22:30; poi la donna intorno all'una ha sentito dei rumori e si è svegliata, notando il marito che camminava nella stanza. È andata subito in camera del bambino e ha sentito che era già freddo. La prima a intervenire nell'abitazione è stata una vicina di casa, studentessa in medicina, chiamata dalla madre affinchè la aiutasse a soccorrere il piccolo. Il personale del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso e allertare la polizia.

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